La catastrofe della Chiesa tedesca: non ci sono più preti

La Chiesa in Germania, la più ricca e progressista del mondo, sta perdendo i tesori più preziosi della Chiesa cattolica: il sacerdozio e l’Eucarestia.

di Matteo Matzuzzi (11-05-2018)

“Dobbiamo usare l’immaginazione”, diceva un paio d’anni fa il cardinale Reinhard Marx, gran capo dei vescovi tedeschi, arcivescovo di Monaco e leader del Consiglio vaticano per l’economia, parlando a proposito delle strategie da adottare per accogliere nella madre chiesa coloro che stavano fuori, a suo dire “respinti” perché impossibilitati ad accedere al sacramento dell’eucaristia. Erano i mesi della grande battaglia sinodale sulla comunione da concedere (o no) ai divorziati-risposati, con la drammatica spaccatura tra i padri convocati a Roma dal Papa nell’assise che si concluse con un generico via libera seppure meditato e comunque sottoposto a una valutazione “caso per caso”.

L’avanguardia del progressismo tedesco e austriaco al sinodo sulla famiglia: Kasper, Marx e Schönborn.

A prevalere, allora, fu proprio la soluzione tedesca concepita da Christoph Schönborn, un testo di livello teologico sublime come solo i dotti di Germania e Austria sanno fare. Secondo George Weigel, il motivo della lotta contro le rigidità legaliste romane aveva ben poco a che fare con la misericordia divina, però: “Dieci mesi prima del Sinodo, avevo chiesto a un ben informato osservatore delle questioni cattoliche tedesche perché i vertici del cattolicesimo di Germania insistessero nel voler riformare la questione della santa comunione in riferimento a coloro che si sono risposati civilmente in seconde nozze. Come risposta, ho ottenuto una sola parola: soldi”. Più gente resta nel recinto di Santa Madre Chiesa e più gente paga la Kirchensteuer, la tassa obbligatoria per chiunque si faccia battezzare. Una gabella che nei decenni ha alimentato a dismisura i forzieri della chiesa tedesca: nel 2015 il patrimonio della diocesi di Colonia ammontava a tre miliardi di euro, “una cifra oscenamente elevata”, scrisse indignato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung Daniel Deckers, biografo del da poco defunto cardinale Karl Lehmann, per vent’anni indiscusso numero uno dei vescovi di Germania e capofila del progressismo tedesco.

Ma le battaglie per aprire le porte delle chiese ai lontani espellendone i cosiddetti farisei – che poi sono quelli che il Papa bolla genericamente come “ideologici” nella sua predicazione avversa ai piantatori di paletti attorno all’ospedale da campo – hanno dato ben poco frutto.

“Die Priester sterben aus”, “i preti scompaiono”, ha scritto sul numero di maggio dello Stimmen der Zeit il gesuita Stefan Kiechle. La sua è un’analisi sullo stato della chiesa tedesca, la cui rappresentazione dà l’idea di un enorme moloch avviato sulla strada dell’implosione. Una morte per cause naturali, si direbbe, stando alla lettura delle cifre, asettiche e per questo testimoni più affidabili della gravità della situazione. Quest’anno, nelle ventisette diocesi del paese, saranno ordinati solo 61 sacerdoti. Erano 74 nel 2017 e 58 nel 2015 (punto più basso mai toccato). Nel 1995, poco più di vent’anni fa, il numero si attestò a 186. I sacerdoti attivi sono oggi 13.856, dei quali solo 8.786 “in servizio”. Solo tre anni fa erano 14.087. In quindici-vent’anni, ne rimarranno pochissimi. Il problema è – aggiunge padre Kiechle – che nessuno sembra pensarci. Si va avanti come si può, con accorpamenti di strutture, messa in vendita di chiese e chiusura di spazi comunitari. La diocesi di Treviri, lo scorso anno, ha deciso di passare da 863 parrocchie a 36. A Saarbrücken ci sarà solo una parrocchia per centomila abitanti, con un parroco e qualche vicario.

Thomas Sternberg, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi – organismo che da tempo più spinge per riforme e aperture – ha detto alla Welt am Sonntag che la situazione è “drammatica” e le ripercussioni saranno “catastrofiche”. Non ci saranno più preti.

(fonte: ilfoglio.it)

2 pensieri riguardo “La catastrofe della Chiesa tedesca: non ci sono più preti

  1. Situazione catastrofica che ha la sua causa prima nei forzieri curiali che scoppiano d’oro e di soldoni.
    Chissà se i prelatoni teutonici – tramutatisi con brutta metamorfosi in pubblicani – ricordano ancora le parole di Nostro Signore sull’impossibilità di servire contemporaneamente il Signore Dio e il demone Mammona.

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