Vaticano, la grande cospirazione: chi ha pilotato l’elezione del Papa

San Gallo è una cittadina svizzera, di cui nel 1996 era vescovo mons. Ivo Fürer, che era stato, fino all’anno precedente, segretario generale della Conferenza dei vescovi europei. D’accordo con il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, mons. Fürer decise di invitare un gruppo di prelati, per stabilire un’agenda di lavoro per la Chiesa del futuro.

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La “mafia di San Gallo”, tutto quello che avete sempre desiderato sapere

Il prof. Roberto de Mattei presenta il libro The St. Gallen Mafia, della giornalista americana Julia Meloni, uscito recentemente negli Stati Uniti. Speriamo venga tradotto presto anche in italiano.

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Il prossimo conclave e il concistoro del 2001

Il collegio cardinalizio diventa sempre più “bergoglioso” ed è probabile che il prossimo conclave sarà come quello del 2013, se non peggiore. Ma prima di un fatto, c’è sempre un antefatto, ed è, in questo caso, il concistoro del 2001.

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Il treno dell’Amazzonia è partito. Prossima fermata la Germania

L’asse tra il papa argentino e la Germania non caratterizza soltanto questo sinodo dell’Amazzonia. Ha anche un prima e un dopo.

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La catastrofe della Chiesa tedesca: non ci sono più preti

La Chiesa in Germania, la più ricca e progressista del mondo, sta perdendo i tesori più preziosi della Chiesa cattolica: il sacerdozio e l’Eucarestia.

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“Noi possumus”, il cuore delle aperture di Amoris laetitia era già scritto. Rimangono i Dubia

Era tutto già scritto. Alcune interpretazioni del capitolo VIII di Amoris laetitia riprendono vecchie teorie. Lo dimostra un libro scritto della San Paolo nel 2005 dai cardinali Kasper e Martini. In punta di penna si sono battute linee precise su liturgia, ecumenismo, morale. Tra le pieghe del libro un imperativo che rischia di affermarsi ora: «La Chiesa non ha nessuna competenza dottrinale per un giudizio definitivo sulle situazioni concrete».

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Quella strana “tassa” imposta dai vescovi tedeschi

di Mauro Faverzani

La notizia è passata sotto silenzio, ma mercoledì scorso la Conferenza Episcopale tedesca ne ha dato l’annuncio: dopo la comunità evangelica, anche la Chiesa Cattolica ha modificato la propria normativa sul lavoro.

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DE-RATZINGERIZATION 2

di Marco Tosatti

DE-RatzingerizationQualche giorno fa abbiamo coniato – per obblighi di spazio tiranno nei titolini del blog – il termine De-Ratzingerizzazione. Che è rimbalzato oltre oceano, è piaciuto a un sito religioso americano, l’ha tradotto e utilizzato e ne ha fatto anche un logo che riproduciamo con il loro permesso qui accanto.

Un termine reso ancora più attuale dalle indiscrezioni di ottima fonte secondo cui il cardinale Raymond Leo Burke, Presidente della Segnatura, il più alto tribunale vaticano, sarà presto spostato a fare il Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, al posto dell’ex nunzio Paolo Sardi, che ha compiuto ottanta anni un paio di settimane fa.

Non che l’età di Sardi c’entri nulla: ha compiuto i 78 anni ed è in condizioni di salute pessime Karl Lehmann, cardinale arcivescovo di Magonza, ma quando è stato fatto osservare al Papa che forse era il caso di pensare alla successione si è quasi irritato e ha detto di no. Con Lehmann è in ottimi rapporti. Il che non avviene con Burke, sacerdote molto franco e sincero, specie sui temi etici. E – orrore – con la fama di conservatore.

Lo spostamento dovrebbe essere annunciato a metà ottobre ufficialmente, durante il Sinodo sulla Famiglia. Non stupisce più – è l’ennesimo caso, ormai – che la scure di papa Bergoglio cada sempre e solo su un certo tipo di alberi. Stupisce invece che delle decapitazioni si sparga la voce con largo anticipo. Personalmente, posso raccontare di aver saputo che il Prefetto del Clero non sarebbe stato mantenuto al suo posto circa due mesi prima che ciò accadesse. E non perché avessi la confidenza del Papa, ma perché chiacchierando con un prete, amico di lunga data, e che vive ai margini del Vaticano me l’aveva detto con nonchalance.

Lo spostamento di Canizares in Spagna era comparso sulla stampa iberica – con non poco fastidio dell’interessato – parecchi mesi prima che fosse ufficializzata la decisione. E con Burke accade la stessa cosa. Stupisce perché nessun papa prima di questo – a mia conoscenza – ha anatemizzato le chiacchiere e le dicerie, ripetutamente e spesso, come l’attuale; eppure, evidentemente, anche il suo entourage stretto non è senza peccato.

E speriamo che non sia vera l’indiscrezione secondo cui il Papa avrebbe chiesto l’elenco dei vescovi che incardinano nelle loro diocesi i frati Francescani dell’Immacolata che vogliono abbandonare l’ordine dopo il commissariamento e la rieducazione obbligatoria. Ma purtroppo temiamo il contrario.

© La Stampa (17/09/2014)