La svolta antropologica del Vaticano II. Conferenza di P. Serafino M. Lanzetta

A distanza di 55 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II (07-12-1965), qual è la situazione nella Chiesa cattolica? È arrivata la primavera che Giovanni XXIII e Paolo VI auspicavano? Inoltre, qual è stato il centro dell’insegnamento del XXI concilio ecumenico, Dio o l’uomo? Di questo ed altro parla in questa conferenza P. Serafino M. Lanzetta.

Concilio Vaticano II

Il 7 dicembre 2020 ricorre il 55° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Nell’allocuzione finale, Paolo VI mise in risalto il paradigma della spiritualità del Concilio, individuandolo nella storia del Samaritano. Al centro di quel discorso c’era il «nuovo umanesimo» conciliare e la svolta della Chiesa «verso la direzione antropocentrica della cultura moderna». Questo diceva il Papa tenendo a mente Gaudium et spes approvata proprio poco prima, in cui il discorso è rivolto all’uomo, cardine di tutta l’esposizione. Trattazione ahimè più sociologica che teologica, come rimproverato perfino da Karl Rahner. Dopo 55 anni, dovremmo chiederci se con questo approccio antropologico/antropocentrico abbiamo davvero scoperto Cristo partendo dall’uomo o se invece siamo rimasti ancorati solo all’uomo, ma poi per perderlo di vista e occuparci di altro.


Per approfondire l’argomento consigliamo anche la lettura di due libri di P. Lanzetta sull’argomento: Iuxta Modum. Il Vaticano II riletto alla…

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