Gli ostruzionisti: tutti gli uomini dell’apparatchik (ovvero i nemici del papa secondo un mensile paolino)

Le liste di proscrizione di “Jesus”, il mensile dei paolini ormai in rotta di collisione con il depositum fidei.

di Matteo Donadoni

Non potevo credere ai miei occhi. L’altro giorno entra mio padre e, tutto giulivo, mi annuncia che da giovedì 13 novembre ospiterà per qualche giorno padre Efrem, profugo siriano, sacerdote della chiesa siriaco-ortodossa. Ma siccome a casa mia le notizie buone entrano dalla porta ed escono dalla finestra, ecco che mi scodella sul tavolo della cucina l’ultimo numero della rivista Jesus, per la precisione il fatidico Numero 11 Novembre 2014 – Euro 4,50. Dicendomi: “Guarda un po’ qua cosa dicono sul Sinodo”. Mi deve essere caduta la mandibola nella pasta per le lasagne – ogni tanto cucinano anche i maschi – tipo Wile E. Coyote. Il pezzo forte del numero, come evidenzia la copertina è l’inchiesta: “Gli ostruzionisti – ovvero tutti i nemici delle riforme avviate da papa Francesco”. Vado a leggere. E’ una bella rivista: bel formato, buona carta, ottima impaginazione, mi piace. Poi si arriva al quid. E si rincara la dose: “C’è chi dice no alla modernizzazione della Curia vaticana, chi critica il ridimensionamento della Cei, chi si oppone alla pulizia dello Ior o alla trasparenza di fronte agli scandali sessuali: l’elenco di tutti i nemici delle riforme avviate da papa Francesco”.

E chi sono? L’inchiesta li definisce “gli apparatchik allergici alle riforme” – che poi, gira e rigira, più che di riforme il problema sono le idee che il card. Kasper porta avanti dal ’77. Infatti si va melodrammaticamente subito al nocciolo della questione: “Febbraio è il punto di non ritorno: da quel momento il fronte più tradizionalista si scatena, spesso con l’appoggio di giornalisti embedded: contro le tesi di Kasper esce un volume di cinque cardinali…” e chi siano lo sappiamo: il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhardt Ludwig Müller, definito qui – ma messo un po’ vilmente in bocca ad altri – “nemico numero uno del papa”; il “neopromosso” patrono del Sovrano Ordine di Malta, Raymond Leo Burke, ex-prefetto della Segnatura apostolica; Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II sui temi della famiglia e Velasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici. Poi gli autori passano alle questioni economiche legate alla vicenda Ior (per le quali ci viene spiegato il famigerato “sistema Bertone”), e di conseguenza si imbattono nella persona del cardinal George Pell. La cosa li imbarazza al punto da sentire l’esigenza di doversi giustificare: perché l’australiano è sì un “conservatore, ma sostenitore della riforma della Curia”, pazienza se è un “caso anomalo nella geografia bergogliana: rappresenta la corrente di quei cardinali europei e d’oltreoceano tradizionalisti in campo dottrinale”. La stessa sorte tocca al cardinal Angelo Bagnasco, che purtroppo ha questa tara dei principi non negoziabili. Infatti il povero cardinale “cerca di mutuare linguaggio e atteggiamento pastorale, pur se i ‘valori non negoziabili’ e la denuncia della ‘teoria del gender’ gli rimangono cari”.

Ma il colpo da biliardo sta per arrivare e porta il nome di Jozef Wesolowski. Ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, arrestato e condannato a sette anni di reclusione per possesso di un’ingente quantità di materiale pedopornografico, caso che ha destato clamore internazionale. Non è finita. Manca il colpo di grazia, con il quale si va a rimestare nel torbido per pescare il nome di monsignor Rogelio Livieres, vescovo (poi destituito dal Papa) di Ciudad del Este, presentato come “membro dichiarato dell’Opus Dei” – neanche fosse una società segreta o un’organizzazione terroristica –, colpevole di aver accusato la Chiesa del Paraguay di aderire alla Teologia della Liberazione, oltre che di aver coperto un “noto abusatore” nella sua diocesi.

Ora, a me piacerebbe sapere, senza entrare nel merito dei vari casi, quale sarebbe il collegamento logico fra questi due ultimi personaggi ed il Sinodo per la famiglia. E soprattutto come sia possibile porre sullo stesso piano cardinali che hanno scritto un libro per ribadire la dottrina cattolica di sempre e condanne per pedofilia, senza risultare moralmente e deontologicamente ipocriti. Che la costruzione a tavolino di casi per cui esistono dei cardinali oscurantisti e cattivi che impediscono le riforme di Bergoglio la facciano giornali anticristiani, come Repubblica e Il Corriere della Sera, a me può anche star bene. Rientra in un quadro tutto sommato logico. Ma Jesus, Edizioni San Paolo?

A me sembra, in tutta onestà, un’operazione di straordinaria ipocrisia intellettuale e disinformazione artefatta, al fine di presentare chi vuole restare fedele a Cristo come un becero fariseo ostruzionista. Bella la rivista Jesus, bella scelta del font, ottimo il profumo della carta, mi piace. Se fosse anche apertamente e totalmente cattolica la comprerei.

P.S.: Papà, la prossima volta compra 4,50 euro di caramelle per i tuoi nipoti, fanno meno male.

© Campari & De Maistre (24/11/2014)

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