Vatican Fake News

Sulla lettere di Benedetto XVI ci sono state manipolazioni del Vaticano e la complicità di moltissimi vaticanisti.

di Marco Tosatti (15-03-2018)

Ieri come ben sa chi ha letto Stilum Curiae ipotizzavamo che qualcuno, in Vaticano, si fosse indignato per la strumentalizzazione di papa Benedetto ad opera della Segreteria per la Comunicazione e del suo Prefetto, mons. Dario Edoardo Viganò. E di conseguenza avesse fatto avere a Sandro Magister il testo completo della lettera con cui Joseph Ratzinger rispondeva all’invito di mons. Viganò. E cioè di scrivere qualche cosa sugli undici volumetti in cui diversi teologi parlavano di papa Bergoglio.

Prima domanda: è gentile, riguardoso e corretto chiedere a un papa novantenne, uno dei maggiori teologi del nostro tempo, a dispetto di quanto ne possano pensare panciuti professorini, chiedere di scrivere a commento non del lavoro di un suo “pari grado”, gerarchicamente o intellettualmente, ma di commentatori dello stesso? Non sembra molto, no?

E infatti Benedetto risponde con una lettera piena di ironia, dall’inizio alla fine. Non solo la fine. Rileggetela bene, alla luce di questa considerazione. Non dà del maleducato all’interlocutore, ma…

Torniamo alla nostra interpretazione. Era sbagliata: ci ha scritto il collega ed amico Sandro Magister, spiegando come sono andate le cose:

“Caro Marco, la lettera di Benedetto XVI non mi è arrivata da una fonte vaticana. Le cose son andate diversamente. Io alla presentazione dei libretti sulla teologia di papa Francesco c’ero. E c’erano con me una ventina di altri vaticanisti. Ebbene, Viganò la lettera l’ha letta tutta, mentre contemporaneamente veniva distribuito il comunicato stampa che includeva tra virgolette solo i due paragrafi che hanno prodotto il risultato che sappiamo.

Il giorno dopo ho cercato di vedere se era stato pubblicato da qualche parte il testo integrale della lettera. Invano. E allora sono stato io a dire tra me e me: Basta! Ho ricuperato la videoregistrazione della performance di Viganò e da lì, dalla sua viva voce, ho trascritto il testo completo della lettera.

Quindi almeno una ventina di colleghi avevano udito con le loro orecchie tutto quello c’era scritto nella lettera di Benedetto XVI, eppure l’effetto è stato quello che sappiamo. Non è stata una pagina brillante per la professione. E la colpa non è stata solo di Viganò.

Ciao!”.

Agghiacciante: una ventina di colleghi hanno accettato di ricevere un documento parziale, senza chiedere l’integrale, come sarebbe stato loro dovere. Non solo. Di fronte a una manipolazione probabile, e forse persino evidente, l’hanno assecondata. E ancora oggi – leggete i giornali – continuano sulla stessa strada, senza un mea culpa, scaricando il tutto sui fantomatici “tradizionalisti” (che ormai fanno le veci in gergo ecclesiale della “marea nera” prelettorale…:-)))). Hanno dei direttori, questi colleghi? Può chi li legge avere ancora fiducia in loro? E qualcuno di loro cerca ancora di difendere in maniera diretta o indiretta il Prefetto per la Comunicazione….

Beh, però scrivono della manipolazione da parte del Vaticano di una fotografia della lettera del papa emerito, direte voi.

Già, ma perché ci sono stati obbligati da una collega dell’AP, Nicole Winfield, che ha rivelato ieri che non solo il testo, ma anche la fotografia di accompagnamento dello stesso era stata taroccata. Rese illeggibili le ultime due righe del primo foglio, e coperto dai libri il secondo foglio. Per capirci: quello in cui Benedetto scriveva che non aveva letto i libri, e non aveva nessuna intenzione di leggerli: togliendo perciò ogni valore, se non di sottile presa in giro, ai primi due paragrafi.

A questo punto, come abbiamo già detto in tanti nei giorni scorsi, manca ancora un tassello alla storia. E cioè conoscere la lettera che mons. Viganò il 12 gennaio ha inviato a Benedetto. Ci ha provato il collega Edward Pentin, del Catholic Register. Ecco che cosa ha ottenuto:

“Abbiamo chiesto all’ufficio di Viganò se potevamo pubblicare la sua lettera del 12 gennaio a Benedetto XVI, ma invece ci hanno mandato due fotografie: la lettera di Benedetto (nascosta) e Viganò mentre la leggeva. Abbiamo chiesto di nuovo il testo della lettera del 12 gennaio, ma non abbiamo avuto risposta”.

Intanto come abbiamo visto la lettera taroccata era stata usata – più di un mese dopo la sua ricezione – per un’operazione di incoraggiamento di un pontificato che ogni giorno che passa mostra crepe sempre maggiori. Qui ne offriamo un esempio fra i tanti.

Un’operazione di questo genere: manipolazione del testo, presenza mutilata sul sito ufficiale, Vatican News, assenza del testo dai documenti della Sala Stampa vaticana, (in altre occasioni, relative a Benedetto papa emerito, la Sala Stampa prese posizione), ammissione di aver fatto qualche cosa di eticamente scorretto, come offuscare una fotografia, dovrebbe avere delle conseguenze serie, e immediate. Se il responsabile non facesse parte del cerchio magico del Pontefice.

Ma la macchia è davvero grossa: tanto che ne ha preso atto anche Il Sismografo, un sito para-vaticano, condotto da Luis Badilla, che questa mattina ne dava conto ampiamente, mettendo i link ai mezzi di informazione internazionali che raccontavano lo sciagurato episodio.

Un episodio tanto più negativo in quanto coinvolge uno dei pochi visibili punti della “riforma” del Pontefice regnante, e cioè quello della macchina della comunicazione. Penalizzandolo dal punto di vista più sensibile, quello della credibilità e dell’etica. Se si arriva a pasticciare con una lettera del papa, per quanto emerito, figuriamoci con il resto…

(fonte: marcotosatti.com)

2 pensieri riguardo “Vatican Fake News

  1. La menzogna assurta a strumento della comunicazione Vaticana : dal Vangelo a Macchiavelli, se pur in modo tristemente goffo e cialtronesco. Non dobbiamo però esagerare con le critiche a Viganò, quasi fossimo dei putridi farisei: in fondo lo ha fatto solo per la gloria personale del suo Papa!

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