di Sandro Magister (02/05/2014)
“Tutti a Roma con papa Francesco!”. È questa la parola d’ordine dell’adunata di massa “per la scuola” che la Chiesa italiana ha in programma per il 10 maggio in piazza San Pietro, con la partecipazione dello stesso papa.
Eppure, incredibilmente, quasi alla vigilia dell’evento, il segretario della conferenza episcopale italiana Nunzio Galantino è parso prendersela proprio contro iniziative come questa.
Il 1 maggio, nel discorso con cui ha aperto a Roma la XV assemblea nazionale dell’Azione Cattolica, Galantino ha detto:
“Ma cosa volete che se ne faccia oggi il nostro mondo di una Chiesa che non trova di meglio, in alcune circostanze, che investire energie (troppe energie) per mettere su adunate che hanno ripetutamente mostrato il fiato corto e che alla lunga si sono mostrate assolutamente inconcludenti?”.
E ancora:
“Ma cosa volete che se ne faccia oggi il nostro mondo di una Chiesa impegnata a difendere le proprie posizioni (qualche volta dei veri e propri privilegi) in un mondo che pullula di gente che già fa questo in nome della politica e che, per fortuna, qualche volta viene smascherata ed esposta al ridicolo?”.
È risaputo che proprio la scuola è uno dei cavalli di battaglia della polemica corrente contro i “privilegi” imputati alla Chiesa cattolica italiana.
Ma più verosimilmente Galantino non aveva in mente la scuola, in questo suo squalificare le adunate della Chiesa, ma la famiglia, con primo imputato il “Family Day” del 2007, ultimo atto della presidenza di Camillo Ruini nella CEI e primo atto del suo successore Angelo Bagnasco.
C’è un antefatto che lo prova. Lo scorso marzo, nell’ultimo consiglio permanente della CEI, dopo che il cardinale Bagnasco aveva pronunciato parole fortissime contro “la dittatura dell’ideologia del gender”, dopo che vari membri del consiglio erano intervenuti in suo appoggio, e dopo che lo stesso Bagnasco, nella replica, aveva affacciato l’idea di impegnare allo scopo la Chiesa italiana in un secondo “Family Day”, Galantino, appena all’udire una simile proposta e mentre ancora Bagnasco stava parlando, si agitò dando segni visibili di rifiuto.
Nel successivo discorso all’Azione Cattolica ha come messo per iscritto questo suo dissenso. Senza avvedersi però di travolgere nella squalifica anche l’imminente adunata con papa Francesco per la scuola.
E senza temere di contraddirsi con quanto aveva detto poco prima nello stesso discorso:
“Oggi più che mai, come credenti, veniamo chiamati a dare sempre di più carattere pubblico e testimoniale alla nostra esperienza di fede”.
© SETTIMO CIELO