Secondo il diritto canonico chi proclama dottrine eterodosse è automaticamente scomunicato. Attualmente abbiamo invece un vescovo e un cardinale — e forse non solo loro — fautori di una teologia eucaristica che sembra prescindere da pentimento e conversione. E restano tranquillamente ai loro posti.
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Müller: «Mandato via dal Papa senza spiegazioni»
«Francesco mi abbracciò sul sagrato della basilica dicendomi di avere piena fiducia in me. Il giorno seguente mi disse: “Hai terminato il tuo mandato. Grazie per il tuo lavoro”, senza fornirmi alcun motivo». Nel libro del cardinal Gerhard Ludwig Müller, In buona fede. La religione nel XXI secolo (in uscita il 27 gennaio) il racconto dell’inattesa e sconcertante conclusione del suo ruolo di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Müller punta il dito contro il cardinale Maradiaga e il vescovo teologo amico di Bergoglio, Fernández.
Continua a leggere “Müller: «Mandato via dal Papa senza spiegazioni»”Che cosa farà il prossimo Papa?
Il dilemma del successore di Francesco: continuare a essere il cappellano dell’ONU o tornare a confermare i fratelli nella fede?
Continua a leggere “Che cosa farà il prossimo Papa?”Bergoglio prepara il repulisti
Da Oltretevere giungono voci insistenti su due provvedimenti pontifici imminenti. Il primo dei quali decreterebbe la scomparsa della Prefettura della Casa Pontificia attualmente guidata dal segretario di Benedetto XVI, il vescovo Gaenswein. Il secondo per la soppressione della commissione Ecclesia Dei, nata per i rapporti con i lefevbriani, ma che regolamenta anche l’applicazione del motu proprio sulla messa in forma straordinaria. Che ora rischia di essere più esposta ai divieti e agli arbitri di qualunque vescovo.
Paglia e Fernandez, prelati pro-aborto
I commenti dei vescovi Fernandez e Paglia dopo il no all’aborto in Argentina suonano quasi come una scusa al mondo laicista: “Non siamo tanto felici per i milioni di bambini che non verranno uccisi da una legge omicida, quanto siamo affranti per le donne che abortiranno clandestinamente o che portano avanti gravidanze indesiderate”. Discorsi che risentono dell’affumicatura degli orientamenti ideologici pro-aborto. Porre l’accento sul fenomeno dell’aborto clandestino, è proprio il grimaldello usato da tutte le strategie pro-choice per legalizzare l’aborto.
Non sei “allineato”? Bergoglio ti caccia. Dispetti e vendette di questo papa
L’arcivescovo de La Plata, allo scoccare del 75° anno di età è stato immediatamente sostituito e invitato a lasciare immediatamente la diocesi, in cui non potrà più risiedere. Una vera umiliazione. Motivo? Non condivideva la “rivoluzione” di papa Francesco.
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Correctio filialis, un primo bilancio
In pochi giorno le firme sono salite da 62 a 216, senza contare la petizione a sostegno della correzione filiale che è arrivata a quasi 15mila firme. Se si vuole rimanere sul piano delle cifre, il numero dei cardinali, vescovi e teologi che si sono levati contro la Correctio, in difesa della Amoris laetitia, è irrilevante.
Amoris laetitia, verginità consacrata e castità
Nell’esortazione apostolica di Francesco è assente il richiamo alla virtù della castità.
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«Basta teoria, ci vuole realismo»
di Matteo Matzuzzi
Sano realismo più che teoria fine a se stessa. È il messaggio che emerge da questa terza giornata di Sinodo sulla famiglia, dedicata alle situazioni pastorali difficili. Indicativo quanto affermato nel consueto briefing in Sala stampa da mons. Victor Fernandez, rettore della Pontificia università cattolica argentina e stretto collaboratore di Francesco. «L’indissolubilità del vincolo matrimoniale non è in dubbio, ma serve attenzione alle questioni concrete. Il Vangelo deve arrivare a tutti. Molti padri sinodali hanno chiesto realismo anche a costo di sporcarsi».
E il dibattito è andato oltre la semplice comunione ai divorziati risposati, tema più controverso e divisivo di questi mesi di confronto pubblico. In Aula si discute di come coniugare la misericordia alla verità, tanto che qualche padre ha rispolverato perfino gli schemi conciliari utili a mettere insieme verità e libertà religiosa. Il Papa invita l’assemblea a discutere liberamente, «senza avere paura che il cardinale Müller vi venga addosso».
Durante la congregazione di ieri sera si è parlato di unioni tra persone dello stesso sesso, con una riflessione sul riconoscimento civile di tali unioni. Commentando l’argomento sul tavolo del confronto, il presidente delegato di turno, il cardinale brasiliano Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, ha chiarito che «lungi dal chiuderci in uno sguardo legalista, vogliamo dunque calarci nel profondo di queste situazioni difficili per accogliere tutti coloro che vi sono coinvolti e per far si che la Chiesa sia la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa».
I molti interventi (almeno settanta anche ieri) hanno toccato i temi più vari: dai matrimoni interreligiosi e interconfessionali alla necessità di chiarire meglio il significato di “gradualità”, che per mons. Fernandez è la considerazione che si dà alle «situazioni concrete dei singoli». Il vescovo di Jos (Nigeria), mons. Kaigama, ha ribadito che in discussione non è la dottrina, mentre a esserlo è l’approccio pastorale. Eppure, il teologo argentino ha ricordato che «la dottrina si può sviluppare e approfondire, non è chiusa». E come esempio ha portato la questione della schiavitù: «La Chiesa qui ha cambiato idea».
Intervenuto a Radio Vaticana, il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile, ha detto che si sta cercando di «fare luce sulla situazione. Secondo me c’è un desiderio di cambiamento, ma alla fine cosa deve cambiare?». «La natura del matrimonio, la natura stessa della famiglia, quelli che sono i principi cristiani riguardanti la famiglia, il matrimonio, difficilmente si possono cambiare», ha aggiunto. «Ma ci sono tante cose che dipendono da forme culturali, locali, storiche, che magari potrebbero cambiare e su questo si riflette e si rifletterà ancora, perché non è che dobbiamo decidere noi».
Chi dovrà decidere, ha sottolineato Scherer, è il Papa: «La questione, per esempio, del concetto di indissolubilità del matrimonio e la questione delle coppie risposate, che vorrebbero una regolarizzazione del loro matrimonio e vorrebbero accedere ai sacramenti, è una questione che senz’altro ci impegna e che è al centro delle riflessioni». Riguardo i divorziati risposati, l’arcivescovo di San Paolo ha raccomandato prudenza: «Bisogna verificare, a volte una situazione di matrimonio rotto rispecchia anche una situazione di non accettazione, di non essere, almeno in parte, in comunione di fede con la Chiesa. Perciò la questione della Comunione non si riassume semplicemente con il dire “si può, non si può”. Si tratta di capire se uno accetta o non accetta la fede della Chiesa».
© La Nuova Bussola Quotidiana (9 ottobre 2014)