Non solo Rupnik: il regime oppressivo della Comunità Loyola

Versione “femminile” del carisma ignaziano, la comunità è stata un focolaio di tensioni e abusi psicologici, intrecciati all’ambiguo rapporto tra la fondatrice suor Ivanka e l’artista gesuita finito in un braccio di ferro che ha stritolato le religiose. Dal 2019 è in corso un commissariamento non esente da timori che tutto ciò venga insabbiato.

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Vanier, l’abusatore seriale che si spacciava per “lo Sposo”

Seconda parte dell’agghiacciante resoconto degli abusi perpetrati per decenni nella comunità de “L’Arche”. Il legame tra P. Philippe e Vanier doveva restare all’oscuro del Sant’Uffizio così come le pratiche dissacranti che ricoprivano di terminologia biblica una vera e propria ossessione sessuale, con decine di vittime.

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Abusi e “porno-mistica”: lo scandalo francese spiega Rupnik

Settant’anni di scandali occultati tra le mura della comunità L’Arche che hanno coinvolto il fondatore Jean Vanier e il suo padre spirituale Thomas Philippe. Una sinistra mescolanza di violenze psicologiche e sessuali ammantate da “giustificazioni” spirituali e un senso di impunità che si ritrovano anche in fenomeni più recenti.

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Cosa fare delle opere di Rupnik, criteri per il dibattito

Il caso Rupnik porta con sé anche il problema di cosa fare delle opere del gesuita sloveno. I suoi libri affrontano temi legati alla sua condotta immorale. Riguardo all’arte, c’è chi lo difende richiamando i casi di Michelangelo e Lippi. Ma il paragone non regge a livello artistico. E, soprattutto, Rupnik ha elaborato una falsa fede e falsa mistica per irretire le sue vittime.

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Rupnik, i gesuiti fanno muro per ammorbidire le sanzioni

Dalle dichiarazioni del gesuita Verschueren appare probabile che la comunicazione da parte della Compagnia di Gesù sui provvedimenti nei confronti di Rupnik non andrà nella direzione di quella che rimane l’unica sanzione proporzionata ai crimini commessi dal gesuita: la dimissione dallo stato clericale. Eppure, il codice di diritto canonico parla chiaro.

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Rupnik SJ, garantismo o impunità?

Nonostante la condanna per le gravissime accuse di natura sessuale piovutegli addosso, nonostante la scomunica, le proibizioni e i divieti, il nome di Padre Marko Rupnik continua a circolare indisturbato come predicatore e consulente vaticano. A Loreto la Bussola trova conferma che gli esercizi spirituali per religiosi tenuti dal gesuita in febbraio sono confermati e aperti alle iscrizioni; resta in piedi la cattedra al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e così anche i suoi numerosi incarichi di consultore presso alcuni dicasteri vaticani. Con quale autorevolezza e specchiata testimonianza potrà predicare ai religiosi? (Andrea Zambrano, Loreto, porte aperte a Rupnik: continua ancora a predicare, La Nuova BQ, 24-12-2022)

La folgorante carriera artistico-ecclesiale di Rupnik: mandato a Roma dopo aver già coinvolto diverse donne nei suoi giochi erotici. Una volta a Roma ha spiccato il volo: la consacrazione con la cappella Redemptoris Mater e il “raggiro” all’artista incaricato. E poi la discussa realizzazione del Seminario Maggiore romano con la dedicazione dell’altare quando era già stato condannato (Luisella Scrosati, “Raggiri” e coperture: così Rupnik è diventato “artistar”, La Nuova BQ, 24-12-2022)

Con un comunicato a nome del Vicariato di Roma, il cardinale De Donatis prova a difendere il proprio operato e a sposare una linea garantista per padre Rupnik, accusato di abusi seriali. Dopo un lungo e ingiustificabile silenzio, ecco affermazioni piene di menzogne, già smentite dai fatti accertati (Riccardo Cascioli, Dal cardinale De Donatis una difesa senza pudore, La Nuova BQ, 24-12-2022)

Rupnik Case: il Vicario De Donatis “non si può trasformare una denuncia in reato”. Il comunicato della Diocesi di Roma sul Rupnik Case. Il Papa aveva detto a De Donatis di intervenire proprio il 22 dicembre 2022 (Silere non possum, 23-12-2022)

Rupnik Case: i vescovi sloveni intervengono lavandosi la coscienza con altre bugie. La Conferenza Episcopale Slovena ha emesso un comunicato. Dopo 22 giorni, intervengono con bugie che confermano la volontà di coprire Marko Rupnik (Silere non possum, 22-12-2022)

Rupnik Case: I Gesuiti hanno bisogno di un communication strategist. “Messaggio ricevuto forte e chiaro”, sussura qualche porporato. Il comunicato dei gesuiti suona molto un passaggio di palla al Dicastero per la Dottrina della Fede (Silere non possum, 19-12-2022)

Rupnik, lo scandalo degli abusi bussa a Santa Marta

I gravi abusi sessuali commessi da padre Rupnik ai danni delle suore che erano sotto la sua cura spirituale e il grave crimine di assoluzione del complice che gli ha procurato la scomunica sono fatti ormai appurati. Ma la potente rete di complicità e protezione, che tuttora lo vede impunito, arriva ora a toccare anche il Santo Padre: solo lui infatti aveva il potere di rimettere la scomunica. Cosa dunque è accaduto? Si attendono ancora risposte adeguate dal Vaticano.

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Rupnik gate: ombre su trasparenza di Chiesa e Gesuiti

Il superiore dei gesuiti, Arturo Sosa, smentito da se stesso sulla condanna di Marko Rupnik finito al centro di uno scandalo dai contorni ancora non chiariti. La vicenda sta gettando sospetti sulla trasparenza della Chiesa e della Compagnia di Gesù. Le zone d’ombra sono ancora tante: non c’è solo l’indagine conclusa con la prescrizione, ma anche la scomunica per assoluzione del complice, come rivelato dal blog “Messainlatino”. Una scomunica lampo, revocata perché il celebre artista ha detto di essersi pentito. Ma chi ha revocato la scomunica? Per delitti di questo tipo è riservata a pochi, tra cui il Papa.

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McCarrick, Viganò sbugiarda il Rapporto vaticano

In un’intervista all’emittente tv EWTN, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, grande accusatore di McCarrick, ribatte punto su punto alle accuse nei suoi confronti e alle “dimenticanze” del Rapporto appena uscito dalla Segreteria di Stato sulle coperture degli abusi dell’ex cardinale arcivescovo di Washington. «Sono citato 306 volte e non mi hanno neanche chiamato a testimoniare».

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Sodomia e soldi, la dolce vita dell’ausiliare di Maradiaga

Ci sono guai grossi nella diocesi del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga legati sia agli abusi sessuali, sia ai comportamenti omosessuali del suo braccio destro, il vescovo Pineda. Che è stato dimesso, ma sul quale non è stata avviata nessuna indagine. La pubblicazione di un dossier svelta uno scenario inquietante sul “protetto” di uno dei principali collaboratori di papa Francesco.

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