Miserabile è il Paese che ha uno come Pierferdinando Casini

Bertold Brecht diceva:”Triste è il Paese che ha bisogno di eroi”. Noi potremmo dire:”Triste è il Paese che ha bisogno di Casini”. Il leader di un partito non si sa com’è, vorrebbe una coalizione non si sa come sarà, per catturare in via definitiva l’unico potere in mano all’elettore e riconsegnarlo nella esclusiva disponibilità della classe politica, come ai mai dimenticati “bei” tempi della Balena Bianca. La razza democristiana non è solo ed esclusivamente appartenenza politica, ma è sangue che scorre nelle vene fino alle provate e terribili conseguenze. Casini, appunto: un destino nel nome che può incidere alla grande sugli italici guai. Sfrontata disinvoltura, trasformismo spacciato per coerenza. Un Vendola che, nell’ottica casiniana (o casinista?), potrebbe valere non so  quante messe. Casini ha una roccaforte in Sicilia che non è certo una casa di vetro, dove nuotano come pesci i più strani soggetti politici. La Sicilia, laboratorio casiniano di un futuro politico da “Dio ci scampi e liberi”. Magari aggiungendo agli scampi qualche linguina all’astice. Il solito menù degli inguaribili forchettoni in servizio permanente. “Dio lo vuole”, dicevano i crociati; “Pier lo vuole”, dicono gli scudocrociati. Fermiamoli, prima che sia troppo tardi.

Guglielmo Donnini

Cristianesimo Cattolico: Bersani-Vendola, poi Casini si aggregherà

cristianesimocattolico:

di Danilo Quinto

Come la mettiamo, onorevole Casini? Lei dice che alle prossime elezioni correrà da solo. Poi, dopo i risultati, non esclude un’alleanza con il centrosinistra, che nel frattempo fa fuori Di Pietro e viene rappresentato dall’accordo Bersani-Vendola. Lei, caro onorevole Casini, sa…

Cristianesimo Cattolico: Bersani-Vendola, poi Casini si aggregherà

Cristianesimo Cattolico: Temi etici: poche idee, ma ben confuse

cristianesimocattolico:

di Paolo Deotto, da Riscossa Cristiana (06/8/2012)

Non parliamo in genere di Pierferdinando Casini, non per bieca cattiveria, ma semplicemente perché questa è una rubrica di politica, e quindi ha senso trattare di cose e persone che possano avere un minimo peso nella politica del Paese….

Cristianesimo Cattolico: Temi etici: poche idee, ma ben confuse

Roccella: così l’UDC prepara la sconfitta dei valori non negoziabili

di Pietro Vernizzi, da Il Sussidiario (24/07/2012)

Se quella di Casini è una posizione personale, che non ha a che fare con le alleanze, non avrebbe neppure dovuto prenderla. Ma se impegna il partito, vorrei capire meglio quali sono i contenuti della proposta. A quali unioni si riferisce? Che tipo di legge vuole? Ha in mente le unioni gay alla tedesca, che sono praticamente un matrimonio?

Per la Binetti, un’alleanza elettorale su questi temi non avrebbe senso…

Questo significa che se in un prossimo Parlamento il Pd avrà i numeri per fare passare le unioni gay, ciò non rimetterà in discussione un’eventuale alleanza con l’Udc. I centristi voteranno contro, ma non faranno battaglia per non danneggiare la coalizione. Casini si salverebbe quindi la coscienza con una posizione di testimonianza personale, come è avvenuto in altri tempi da parte della Democrazia Cristiana, ma di fatto le unioni gay passerebbero senza ostacoli.

Ma una spaccatura trasversale sui valori non negoziabili non è presente forse anche nel Pd e nello stesso Pdl?

Le lacerazioni ci sono, tanto è vero che nel Pd c’è stato un attacco violento e spaventoso contro Rosy Bindi e alcuni sono giunti a stracciare la tessera. Nel Pdl è in parte diverso, perché le posizioni sono variegate e pesano, ma nelle votazioni decisive il partito ha sempre avuto una grande compattezza. Di fatto l’intero Consiglio dei ministri, compresi i laici, votò a favore del “decreto Eluana” che poi Napolitano si rifiutò di firmare. L’intero governo assunse quindi una posizione omogenea. Anche in aula, pur lasciando sempre libertà di voto, chi si è espresso contro i valori non negoziabili all’interno del Pdl è sempre stata una componente minoritaria, in tutto non più di una decina di parlamentari. In un grande partito ci sono sempre persone che la pensano diversamente quando si tratta di questioni di coscienza.

Quindi la situazione è la stessa nel centrodestra come nel centrosinistra…

La posizione nel Pd in realtà è molto diversa, in quanto la linea di Bersani è il riconoscimento delle unioni civili gay alla tedesca. Il vero problema quindi è se è una posizione di partito o non lo è. Se non lo è, e se non entrano in gioco le alleanze, ha un enorme margine di ambiguità. Oggi è impossibile non confrontarsi con questi temi, e un partito non può non avere una posizione antropologica.

Quindi il problema non è soltanto di Casini…

Sì, ma se Casini facesse pesare una certa posizione all’interno delle alleanze rafforzerebbe i cattolici del Pd. Rinunciare a esercitare questo ruolo significa non fare valere il proprio peso politico. Paola Binetti, sulla cui coerenza non ho dubbi, sa a che cosa mi riferisco. Quando lei militava ancora nel Pd e il governo Prodi era agli inizi, il ministro Fabio Mussi sottrasse l’Italia alla minoranza di blocco che impediva il finanziamento europeo alla ricerca sulle staminali embrionali. Siccome lo scarto di voti in Parlamento era minimo, l’onorevole Binetti non se la sentì di mettere il governo in minoranza, perché si rischiava una crisi. La conseguenza fu che l’Osservatore Romano attaccò personalmente la Binetti in modo molto duro.

Cosa c’entra tutto ciò con le unioni gay? 

Se io tolgo la questione delle alleanze dal gioco politico, e non le rimetto in discussione pur votando magari contro, nel momento in cui il mio gruppo pur avendo numeri consistenti non è in grado di bloccare una votazione parlamentare, perché mai gli altri partiti dovrebbero essere dissuasi dal fare passare i matrimoni gay?

Per la Bindi “ci sono le condizioni per superare la fase del bipolarismo etico che ci ha imposto la destra in questi anni”…

La Bindi ha colto esattamente il punto, cioè la vera posizione di Casini, oltre le parole magari violente, molto di più di quelle che avrei usato io. Il leader dell’Udc ha infatti definito i matrimoni tra gay “una violenza sulla natura”, ma questo è servito a mascherare quella che in realtà è un’apertura. La Bindi l’ha capito immediatamente, come del resto hanno fatto anche altri, incluso un comunicato ufficiale dell’Udc.

Che cosa ne pensa dell’espressione “bipolarismo etico”?

Quando si parla di “bipolarismo etico” e si accusa di utilizzare i valori non negoziabili come un’arma, il vero problema è se questi valori siano o meno non negoziabili. Se il Papa li definisce con questi termini precisi, un cattolico in politica deve metterci la faccia. Chi accusa la destra di brandirli come un’arma, rivolge implicitamente la stessa accusa anche al Papa. Se il tenere fede a questi valori e combattere per essi senza timidezze significa creare un bipolarismo etico, allora dovremmo dire che è la Chiesa a promuoverlo. A parte il fatto che dal sondaggio di Mannheimer si vede che il Paese ci dà ragione, contro tutto quello che viene sempre detto dai media più diffusi.

Evitiamo i trappoloni di Pierferdinando Casini

di Assuntina Morresi, da Strano Cristiano (21/07/2012)

Siamo come l’anno scorso, peggio dell’anno scorso. È caduto il governo Berlusconi sulla bugia dello spread che era colpa sua, spread che a un anno di distanza è esattamente allo stesso livello, e dire che senza Monti sarebbe andata peggio è un puro esercizio di fantasia, senza prova alcuna.

In compenso, in Italia le tasse sono aumentate, hanno messo la patrimoniale per tutti e la chiamano IMU, siamo in recessione, ed il governo Monti infila un errore appresso all’altro (dagli esodati ai marò).

Ma soprattutto mancano oramai punti di riferimento, in qualsiasi settore, ed è questa la vera tragedia. Un affanno generale, una confusione in cui non si vede via d’uscita. Per questo, nel piccolo del nostro sito, quest’estate non andremo in vacanza ma intensificheremo i post e le segnalazioni: vogliamo continuare ad usare la ragione per cercare di essere almeno consapevoli di quel che sta accadendo, evitando, se possibile, trappoloni.

TRAPPOLONE UNO: Casini e Bersani sono d’accordo: saranno riconosciute le convivenze anche omosessuali, perché “stabilire garanzie giuridiche per una coppia di conviventi anche dello stesso sesso è un fatto di civiltà”, ha dichiarato pubblicamente Pierferdinando Casini. Il quale Casini, poi, per attutire il colpo, ha fatto un attacco spropositato al matrimonio gay, attacco che ha avuto grande attenzione sui titoloni dei giornali, ma un attacco che non gli costa proprio niente, perché la nostra costituzione proibisce questi matrimoni, ed è per questo che neppure Bersani li vuole: non li può fare, adesso, senza cambiare la costituzione.

Ma per vincere le elezioni, e quindi per allearsi con Bersani, Casini è pronto a pagare qualsiasi prezzo (lui vuole andare al Quirinale e, se proprio non può, alla Presidenza del Senato). E per sicurezza, ha messo nero su bianco che i temi etici non devono entrare nel programma di governo. Non si capisce, a questo punto, come farà a parlare di riconoscimento di unioni omosessuali: è nel suo programma oppure no?

Casini quindi ha fatto i compiti: nel silenzio generale dei cattolici del suo partito (e qui li elenco, per chiarezza: Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Luisa Santolini, Luca Volontè: che dicono questi, con cui pure abbiamo condiviso tante battaglie? Tutti zitti, non disturbate il capo?), ha tolto di mezzo l’unico ostacolo all’alleanza con il Pd.

Il Pd, da parte sua, ha messo a tacere pure Rosi Bindi, la quale Bindi era stata coraggiosa, e aveva tenuto il punto: dopo aver impedito di votare, al congresso Pd, i documenti più radicali sui temi etici, si è difesa dagli attacchi furibondi della componente radicale del partito e dei suoi elettori (guardate questo video, delle sue risposte alle contestazioni a Roma, ne vale la pena), ma non ha trovato alcuna sponda in nessuno dei cattolici del suo partito né nei futuri alleati dell’Udc e quindi ieri ha capitolato. Ha dichiarato pubblicamente che accetta il modello del riconoscimento delle coppie di fatto “alla tedesca”.

E ve lo spiego io di che si tratta: le coppie di fatto in Germania hanno gli stessi diritti e doveri delle coppie etero che si sono sposate.

E infatti sul modello tedesco il Pd si è ricomposto: è soddisfatta Paola Concia (che infatti si è sposata in questo modo in Germania, mica ha fatto un pacs in Francia), sono d’accordo i tre gay che sabato scorso avevano strappato la tessera di partito per protestare contro la Bindi (Mancuso, Fusco e Benedino), e pure Ignazio Marino.

Ed Enzo Carra – altro cattolico – oggi ha concluso dichiarando: “è vero che noi siamo contrari ai matrimoni gay. Ma da oggi siamo pronti ad allearci senza problemi con chi li sostiene”. E il Corriere commenta “Il primo passo di “Pier” sul terreno dei diritti civili va più che bene”.

E a conferma del tutto, quando Eugenia Roccella ha chiesto conto ai colleghi cattolici di questo atteggiamento (qui, qua e qua), i cattolici dell’Udc, colti con le mani nella marmellata, hanno protestato che lei voleva fare la maestrina e loro non prendono lezioni. È vero: non c’è bisogno di lezioni, ubbidiscono a “Pier” nel senso di Pierferdinando Casini, zitti e mosca.

Casini e Bersani cercano di far finta di litigare, ma vogliono allearsi per vincere le prossime elezioni con QUESTO sistema elettorale, dando, se possibile, solo al PdL la colpa di non aver cambiato la legge elettorale. Evitiamo il trappolone.

Intorno, fuori dai partiti, un silenzio generale.

Una domanda: C’E’ ANCORA QUALCUNO A CUI IMPORTA DEI VALORI NON NEGOZIABILI? C’E’ QUALCUNO DA QUALCHE PARTE?

TRAPPOLONE DUE: non è un caso che nel mezzo di una tempesta economica come quella che stiamo attraversando, ci siano discussioni su cose come matrimonio omosessuale e fine vita, nonostante tutti i tentativi disperati di Udc e Pd di tenerli fuori dalla discussione politica.

Anche durante la crisi economica si nasce, ci si innamora, ci si sposa, si fanno figli e si muore. E su questi temi stiamo attraversando una rivoluzione epocale, che è impossibile tenere fuori dalla porta perché impicciano ai politici più cinici. Non a caso sono temi su cui si sono caratterizzate le candidature politiche in tutte le campagne elettorali del mondo, da Obama a Hollande. Tutti matti? No, è che impossibile fare come se non ci siano. Evitiamo pure questo trappolone.

Oblique discendenze

Dalla teologia politica di Giuseppe Dossetti al miracolismo di Romano Prodi e alla fede di Pierferdinando Casini nei miracoli di Mario Monti.

di Piero Vassallo, da Riscossa Cristiana (20/06/2012)

Il confine tra l’Autore dei miracoli e il miracolista politico comincia ad apparire, quando si legge, nel Vangelo, che Gesù agì senza indugio: “Alzati e cammina”. Si fa chiaro del tutto quando si rammenta che il miracolista prende tempo: “Adesso ti azzoppo ma un giorno organizzerò la tua felicità”.

Scoprire che il miracolismo è una parodia del miracolo non vuol dire che il miracolista sia sempre in mala fede e che proponga un futuro del tutto impossibile.

Ad esempio, era nobile l’intenzione dichiarata dal progenitore dei democristiani credenti nel miracolo bancario di Monti, don Giuseppe Dossetti: fugare la notte dell’egoismo, che acceca i possessori della ricchezza.

Nel pio auspicio di Dossetti la buona volontà politicante avrebbe potuto trovare argomenti utili ad un costruttivo dialogo tra atei e credenti. Ove gli atei militanti a sinistra avessero riconosciuto l’esistenza di un rapporto tra la notte dell’egoismo e l’indebito culto che il pensiero di Marx tributa all’economia.

Purtroppo la speranza di Dossetti e dei democristiani intelligenti, era ed è alimentata da un errore – il neomodernismo – che prima di desiderare la correzione dell’egoismo pretende di abbattere quei princìpi del senso comune, adottati dalla Chiesa cattolica per perfezionare la filosofia classica.

È questo il punctum dolens: facendo propria la suggestione dei vetero modernisti, Dossetti e i suoi discepoli hanno prestato il fianco ai pregiudizi del relativismo post-moderno.

Di qui la strisciante opinione che attribuisce la causa della cancrena egoistica, in ultima analisi la causa del male capitalista, alla metafisica: la storia della corruzione filosofica, secondo i cattolici intelligenti, inizia da Aristotele e attinge il vertice con San Tommaso.

Il fideismo politico dei cattolici ha dunque origine da un abbaglio accecante, che suggerisce l’istruzione di un processo sommario alla metafisica classica e cristiana.

Non a caso, dietro il sipario, agisce la vecchia teoria (formulata dal teologo liberale Harnak e dai modernisti Loisy e Bonaiuti) sulla necessità di dichiarare la guerra della fede cristiana contro le verità di ragione stabilite dalla metafisica.

Un progetto insensato, che contempla i nemici mortali della fede cristiana nell’aristotelismo e nel tomismo.

La fede cadrebbe sotto il dominio dell’irrazionalità e, diventando nemica della ragione, le dovrebbe attribuire il titolo (inventato da Lutero) di prostituta di Satana.

Il terreno ideale per lo sviluppo del miracolismo è costituito, appunto, dalla tesi riproposta da Sergio Quinzio e Gianfranco Ravasi, secondo cui, prima della contaminazione con il realismo greco, le comunità cristiane avrebbero nutrito una fede del tutto separata dalla ragione ed opposta alla logica classica.

Ora i segnali dell’appartenenza di Dossetti alla fede irrazionale sono inequivocabili. Dossetti, infatti, dichiarando l’adesione senza esternare dubbi e riserve, ad una delle tesi irrazionalistiche di Emanuel Levinas, dichiarò risolutamente che, per contrastare l’egoismo, non è sufficiente rifarsi al principio di solidarietà ma occorre “ribaltare tutta l’impostazione occidentale, rimandando all’impostazione ebraica originale” (Sentinella quanto resta della notte?, Edizioni Lavoro, Roma, 1994”, pag. 24, dove sono citate le Quattro letture talmudiche di Emanuel Levinas).

La critica alle scuole di pensiero che hanno generato l’egoismo disgregatore è preceduta e indirizzata da un attacco ai fondamenti della metafisica cristiana.

Non senza fatica si può ammettere che Dossetti ignorasse la radice heideggeriana e modernistica del presunto pensiero biblico, ma questo non diminuisce la gravita del suo errore.

L’attacco dossettiano alla metafisica, infatti, non risparmiava neppure il preambolo logico della morale cristiana, l’assioma “nihil volitum nisi praecognitum”, la volontà non può indirizzarsi ad un oggetto sconosciuto.

Dossetti, dopo aver citato, dal libro dell’Esodo, la risposta degli ebrei a Mosé (“faremo e udiremo”) sicontorceva in un cunicolo ermeneutico senza sbocchi ed affermava solennemente il nuovo principio della logica: volere prima di conoscere.

Testualmente: “Essi (gli ebrei) scelsero un’adesione al bene precedente alla scelta tra il bene e il male. Realizzarono così un’idea di una pratica anteriore all’adesione volontaria. L’atto con il quale essi accettarono la thorà precede la conoscenza” (Op. Cit., pag. 48.).

Secondo l’ispiratore del miracolismo politico, sarebbe dunque possibile eseguire un comando di cui s’ignora il contenuto.

Per quanto sembri incredibile, nella (pseudo) filosofia dossettiana avviene il passaggio dalla teoria del servo arbitrio a quella del servo senza ragione. Obbedire non perché ipse dixit ma benché ipse non dixit.

Questa sarebbe la risposta biblica all’impostazione occidentale: il passaggio dalla ragione al delirio, e dalla realtà all’incubo.

Non occorre altro per penetrare nell’universo mentale del miracolista Romano Prodi e del suo successore, Pier Ferdinando Casini, credente in Mario Monti, miracoloso emissario della Banca Universale Umanitaria & Salvifica.