Cronache dalla neochiesa. A Torino il parroco, rigorosamente di strada, annuncia alla messa di Natale: «Non dico il Credo perché non ci credo». A Genova, un altro prete “ribelle” cancella le messe della Natività e di Maria Madre di Dio. Libertà di una cattiva teologia che sta avvelenando la fede dei semplici. E alla quale nessuno porrà freni. Invece, per i sacerdoti che esprimono dubbi su alcune derive recenti scatta la sospensione a divinis…
Tag: Paolo Farinella
Morto don Gallo, il “Fatto quotidiano” ricicla don Farinella
Già trovato il successore del prete genovese da invitare ai raduni anticlericali.
Morto don Gallo, il “Fatto quotidiano” ricicla don Farinella
Paolo Farinella, prete senza Dio dell’antichiesa militante di Genova
Ho scoperto con mio grande disappunto – benché la cosa non mi sorprenda affatto – che un prete genovese, tal don Paolo Farinella, tiene un suo blog nel sito internet del quotidiano comunista “Il Fatto Quotidiano”. Leggendo la breve autobiografia, mi sono venuti i conati di vomito. “No! No e poi no!”, urlavo nella mia testa. “Un prete non può scrivere queste cose, un prete non può disprezzare la Chiesa!”. Come il degno compare don Andrea Gallo, il compagno Farinella sputa con piacere sul piatto dove mangia volentieri. Analizziamo insieme la sua miserabile autopresentazione insieme ad alcune sue più famose affermazioni che ci faranno esclamare: “È peggio di Lutero!”.
Paolo Farinella, prete senza Dio dell’antichiesa militante di Genova
Don Farinella chiama… Monsignor Vinicio Albanesi risponde
Fermo. Abbiamo appena scoperto che il Dottor Monsignor Vinicio Albanesi, Abate-Parroco dell’antichissima Abazia di San Marco alle Paludi a Fermo, negli articoli che pubblica ama appellarsi: Parroco di campagna. Il Dott. Monsignor Vinicio Albanesi può legittimamente scrivere tutto quello che vuole ma è fuorviante il suo autodefinirsi “Parroco di campagna” mentre in realtà, per indubbie capacità personali e per la convergenza di situazioni politiche nazionali, egli è al vertice di un potere assai consolidato. Per diversi anni è stato Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale, ruolo che ha ricoperto con specchiata onestà e capacità. Alcuni Ministri dei Governi di centro-sinistra hanno usufruito dei consigli di Mons. Vinicio tanto che abitanti di Capodarco dicevano che la loro frazione era diventata una succursale di Palazzo Chigi… Indubbiamente nelle Marche Mons. Albanesi è considerato fra i personaggi pubblici più influenti. Proponiamo alla Vostra paziente lettura un articolo del blog di Mons. Albanesi che ha trovato ospitalità anche su Famiglia Cristiana. Non ci meravigliamo di questo “meraviglioso scambio” di tenere effusioni fra organi di stampa cari al progressismo cattolico. Il bersaglio è sempre e solo lui: il Successore di Pietro, Papa Benedetto XVI. Il tiro al bersaglio si fa sempre più preciso nell’imminenza di importanti decisioni ed il fine, anche se mimetizzato da tante belle parole e dai petali profumati delle buone intenzioni, è quello di stancare l’anziano Papa. Le “critiche” a Papa Benedetto XVI da parte del Dott. Monsignor Vinicio Albanesi erano iniziate già alcuni anni or sono, anche se furono state archiviate in fretta per la risibilità dell’argomento (in pratica su Repubblica il dotto Prelato fermano aveva chiesto di “sospendere le celebrazioni per l’Epifania e aprire tutte le chiese e istituti religiosi ai clochard, per evitare che muoiano di freddo”). Poco dopo la travagliata promozione di S. E. R. Mons. Luigi Conti alla Sede Metropolitana di Fermo a seguito della morte prematura del compianto Mons. Gennaro Franceschetti, di venerata memoria, in occasione della celebrazione ufficiale della fondazione della Comunità di Capodarco, il novello Arcivescovo invitò, con garbo e delicatezza, Mons. Vinicio, Presidente dal 1994, a fare un passo indietro in considerazione dell’ingravescentem aetatem… Un suggerimento ricolmo di umana e cristiana pietas che non fu affatto gradito ai fans (soprattutto politici del centro-sinistra) del Prelato fermano. Ecco quanto il Dottor Monsignor Vinicio Albanesi, al pari di un suo confratello, ha indirizzato idealmente al Successore di Pietro e Vicario di Cristo sulla terra: Papa Benedetto XVI. Ci auguriamo che il Dott. Mons. Vinicio Albanesi possa, prima o poi, apprendere le grandi virtù dei veri parroci di campagna: l’umiltà e l’obbedienza! Non è mai troppo tardi!
Come avere a che fare con i preti e non perdere la fede
“Tutto lo studio di donna Prassede era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso uno sbaglio grosso, che era di prendere per cielo il suo cervello” (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. XXV).
di Don Gabriele Mangiarotti, da Cultura Cattolica (30/04/2012)
Gira questa battuta, attribuita al cardinale Tomáš Špidlik: “Il motivo per cui la Chiesa ha posto il Credo dopo l’omelia è per invitarci a credere nonostante ciò che abbiamo ascoltato”. Mi è tornata in mente oggi, leggendo l’affermazione di tale don Paolo Farinella, che roboante scrive: “È venuto il tempo ed è questo in cui bisogna gridare sui tetti che essere cittadini significa esserlo a tutto tondo e io rivendico il mio diritto di fare politica dall’altare, sia dietro che davanti, purché non la faccia sotto l’altare”. Posto che non è chiaro cosa intenda don Farinella per “sotto l’altare”, alle rivendicazioni del sacerdote la puntigliosa risponde che lei invece rivendica, a nome – ne è certa – della maggioranza dei cattolici, il diritto a partecipare a celebrazioni eucaristiche in cui l’altare sia ciò che deve essere. “L’altare rappresenta Cristo, la croce e a un tempo il suo sepolcro (cfr. CCC 1182). Esso è anche la mensa del Signore (cfr. Ebrei 13,10) dalla quale scaturiscono i sacramenti del mistero pasquale. L’altare, come lo stesso tempio, è dedicato solo a lui con tutti i suoi santi e non può essere usato per altri scopi. È la parte più santa del tempio ed è elevato, alta res, posto in alto per indicare l’opera di Dio che è superiore a tutte le opere dell’uomo”. Virgolettato, un passaggio del bel libro di don Nicola Bux: Come andare a messa e non perdere la fede; lettura che consiglio caldamente a don Paolo, sempre che tra un comizio e l’altro – davanti o dietro l’altare – trovi il tempo per ricordare qual è il suo ruolo nella Chiesa (che poi, quando uno ha un cognome come il suo, mica serve una laurea per capire che la “farinella” è solo un ingrediente, e che ad impastare sono ben Altre Mani!).
Don Paolo “rivendica”? Il popolo cristiano rivendica pure lui. Mica la luna. Mica l’impossibile. Semplicemente che il protagonista della liturgia torni ad essere Gesù Cristo morto e risorto, di cui il sacerdote è solo l’intermediario.
Cristo! Non il politologo di turno, l’intellettuale di turno, il teologo (dissidente) di turno, il… “Farinella” di turno.
Sì, perché a leggere don Paolo (e non solo lui), e a sentire certe prediche, sembra davvero che l’annuncio della Verità sia l’ultima delle preoccupazioni, che il magistero del Papa sia diventato un optional, che, nel comunicare la dottrina, la Chiesa non sia più univoca: in perfetto stile politically correct, spesso i sacerdoti alternativi, quelli “alla don Farinella”, per capirci, volutamente evitano di comunicare certezze e preferiscono lasciare le questioni “aperte”, instillare dubbi o…pontificare. E così, in quest’ottica in cui Cristo, spesso anche logisticamente, è messo in un angolo (quanti tabernacoli, nelle chiese, non sono visibili!) finisce che è il sacerdote, o la comunità – novello Vitello d’oro – a prendere il posto di Dio.
Eccolo, allora, un assaggino di quella “politica dall’altare”, rivendicata da don Paolo: “Come si può stare dalla parte degli assassini della democrazia, del territorio, dei mafiosi, della delinquenza organizzata e non, dei profittatori? E’ sufficiente che sposino i ‘principi non negoziabili’ che poi sono negoziabilissimi perché si tratta del finanziamento alle scuole private e di qualche leggina che salva la faccia e nemmeno tutta della gerarchia cattolica ‘simil-pelle’ come ‘il rispetto della vita dalla nascita fino alla morte naturale’?”.
Ad altri, ai suoi superiori, spiegare a questo sacerdote cosa intende la Chiesa per “principi non negoziabili”, ma non chiedete a chi scrive o a questo sito di chiudere gli occhi o di turarsi le orecchie di fronte ad affermazioni del genere: un cristiano “qualsiasi” non può non pre-occuparsi se il magistero della Chiesa viene disatteso e sbeffeggiato in questo modo e se l’altare, luogo sacro e sacrificale viene usato come palcoscenico dai demagoghi!
E siccome al peggio non c’è limite, e nemmeno alla superbia, tenetevi forte.
Parlando di quelli che definisce i “cattolici che si servono della politica per affermare i loro interessi e fare i loro intrallazzi”, il sacerdote, alla faccia del “servo inutile”, supera se stesso, letteralmente. Si fa Dio, anzi, di più: lo supera. Gli dà (lui, a Dio!) un avvertimento: che non si azzardi ad essere il Divino Misericordioso che generalmente è. Ecco le sue testuali parole: “Per questo nemmeno Dio li potrà perdonare, perché sanno quello che fanno”. Ipse dixit Farinella.
No comment.