L’assedio all’enciclica Humanae vitae di Paolo VI ha registrato nei giorni scorsi due nuovi assalti. Ma anche un poderoso contrattacco.
Continua a leggere “Humanae vitae sotto assedio. Due nuovi assalti e un contrattacco”
L’assedio all’enciclica Humanae vitae di Paolo VI ha registrato nei giorni scorsi due nuovi assalti. Ma anche un poderoso contrattacco.
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L’uscita di un libro che – per l’enciclica Humanae Vitae – documenta il determinante aiuto dell’allora arcivescovo di Cracovia, è l’occasione per Avvenire di rilanciare un assalto all’enciclica pubblicata 50 anni fa. Obiettivo: aggirare il divieto della contraccezione. La strategia è dividere il beato Paolo VI (buono e flessibile) da san Giovanni Paolo II (rigido e dottrinario).
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A cinquant’anni dalla sua pubblicazione, l’enciclica di Paolo VI Humanae vitae contro la contraccezione è dunque ormai in pieno cantiere di rifacimento.
La nuova composizione della Pontificia Accademia per la Vita indica chiaramente che si vuole andare verso lo sdoganamento della contraccezione e la cancellazione di ogni eredità di san Giovanni Paolo II. Ma si tratta di obiettivi che avrebbero conseguenze gravissime su ogni insegnamento della Chiesa.
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L’oblio del fatto che il pensiero antropologico di Karol Wojtyla è nato nell’esperienza morale dell’uomo, cioè nella comunione con le altre persone e nello stesso tempo nell’esperienza della presenza di Dio in ogni uomo, nella Bibbia e nella Chiesa, permette di manipolare l’eredità di san Giovanni Paolo II, la cui comprensione della persona umana nata nella purezza del cuore e della mente combaciava con la Parola del Dio vivente, Gesù Cristo, e non invece con quella di Mosè. Qui tocchiamo un punto cruciale per la visione wojtyliana del continuo sviluppo della nostra comprensione della salvezza.
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