Se Conte è il Conte educato dal cardinale Silvestrini, Mattarella è il Mattarella educato da Maritain e Dossetti.
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Irrilevante
di Giovanni Zenone, da La Voce di Don Camillo (20/01/2013)
Meglio il circo professionale che questo!
L’astuto parroco viene incontro alla sensibilità della gente mettendo le chierichette, le donne sull’altare e a dare la Comunione, lasciando spazio ai giovani che gracchiano e tambureggiano durante la Messa. È simpatico e scherzoso, arguto nel parlare e sempre con un sano riferimento all’attualità, con la rigorosa stilettata ai cattivi ricchi e la consueta esortazione a dare più beneficenza, ad essere più accoglienti, a smetterla di insistere sulla nostra identità per aprirci all’ecumenismo, alla diversità ecc. ecc. Guardo dentro me stesso e mi accorgo che le mie orecchie si sono chiuse. Rivolgo allora lo sguardo Crocifisso e parlo con Lui, soffrendo. Mi guardo in giro e vedo la gente con gli occhi assenti, indifferente. Tutte le fantasie del prete aggiornato scorrono loro addosso come l’acqua sulla pietra. La sua infeconda lussuria ecumenica e liturgica isterilisce l’interesse dei fedeli che vengono ancora a Messa per dovere ma chiudono l’audio prima di entrare. Mi rendo conto che la speranza della Chiesa è proprio l’irrilevanza a cui i fedeli condannano l’adulterio teologico dei preti moderni. Vengono (veniamo) a Messa, ricevono Cristo sacramentato, efficace di per Sé indipendentemente dalla predica vuota o dannosa, e se ne vanno con Gesù nel cuore ma senza alcun ricordo delle idee geniali dell’arguto pretino. I preti moderni moriranno – per fortuna – ma i fedeli rimarranno. La contaminazione, grazie alla santa irrilevanza, è esigua. Verranno tempi e preti migliori, e dove ora c’è il deserto torneranno a crescere i fiori calpestati in nome dell’apertura al mondo. E l’orecchio del Popolo di Dio tornerà ad ascoltare.
Dove va la CEI? Sempre più a sinistra
All’interno della CEI, già negli ultimi Consigli permanenti, si è registrata una spaccatura tra, da una parte, una linea che parte dall’era Ruini e continua con la gestione Bagnasco e che vedrebbe bene un governo con alla guida un Pdl post-berlusconiano, non una nuova Dc ma piuttosto un partito popolare di centro-destra sul modello spagnolo, con forte attenzione ai temi etici cari alla Chiesa. Dall’altra, un raggruppamento di vescovi che si richiamano più ai problemi sociali e del lavoro, ma che non arriva attualmente a esprimere un appoggio a una forza politica – e non la si può dire certo collocata a sinistra -, preferendo sottolineare di volta in volta i principi su cui indirizzare l’agenda pubblica. Del primo raggruppamento fanno parte «pezzi da novanta» come Angelo Scola (che comunque di fronte alle ultime polemiche ha preso anche le distanze da Cl e da Formigoni) e il «ruiniano» Giuseppe Betori. Sull’altro fronte si collocano vescovi come Giancarlo Maria Bregantini.