Tutti i peccatori sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

Il porporato lussemburghese Hollerich, gesuita, minimizza gli atti omosessuali per timore di discriminare. Così facendo discrimina tutti gli altri: perché sdoganare sempre e solo alcuni peccati e non tutti gli altri?

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Il pericolo di una Chiesa sinodale

La teologia di oggi vuole essere più una teologia del “come” piuttosto che una teologia del “cosa”. Il contenuto della verità di fede viene dopo, o almeno è da considerarsi paritetico, rispetto alla disposizione pastorale di chi la professa. A fare la verità – si ritiene oggi – non è solo la verità, ma anche la sua risonanza nelle coscienze. La sinodalità, allora, vale di per sé già come “evento” del con-venire insieme, prima ancora di cosa essa dirà sul piano dottrinale, disciplinare o pastorale. Quando si parla di sinodalità, infatti, si invita ad aprirsi al nuovo, a non opporsi al soffio dello Spirito, a non arroccarsi nella difesa del passato, a non legarsi alla tradizione come se fosse una coperta protetta dalla naftalina, a non irrigidirsi sulla dottrina.

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Radicalmente eretico

Di recente, il Card. McElroy, vescovo di San Diego, California, ha scritto un articolo per la rivista gesuita “America”. Il prelato statunitense denuncia, con una retorica sinodale ormai più che nota, che nella Chiesa regna la divisione e addirittura, dal suo punto di vista, uno scisma, tra quelli legati alla dottrina della fede e quelli invece, come lui, più pastorali e inclusivi. MacElroy prova a tirare una conseguenza fatale da Amoris laetitia: in nome dell’inclusività, si dovrebbe ammettere alla Comunione Eucaristica i fedeli LGBT, lasciando da parte la distinzione tra omosessuali attivi e non. Scrive così: “L’effetto della tradizione secondo cui tutti gli atti sessuali fuori dal matrimonio costituiscono un peccato oggettivamente grave è risultato in una focalizzazione sproporzionata della vita morale cristiana sull’attività sessuale”. Il discernimento invocato da Amoris laetitia si sposta ora al campo omosessuale e così in barba al peccato oggettivo, e per di più contro natura, si propone la profanazione pubblica della S. Eucaristia. Altri prelati americani hanno risposto a McElroy dicendo che qui siamo in aperta eresia.

Maritain, pensiero contraddittorio e superato

Prima antimoderno, poi dialogante col modernismo, infine “pentito” dei suoi errori. Di certo c’è che ha contribuito alla secolarizzazione della Chiesa. Il 50esimo anniversario della morte permette di considerare quanto sia relegato a un’epoca trascorsa il filosofo Jacques Maritain, che pure ha entusiasmato molti nell’epoca conciliare.

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Cosa fare delle opere di Rupnik, criteri per il dibattito

Il caso Rupnik porta con sé anche il problema di cosa fare delle opere del gesuita sloveno. I suoi libri affrontano temi legati alla sua condotta immorale. Riguardo all’arte, c’è chi lo difende richiamando i casi di Michelangelo e Lippi. Ma il paragone non regge a livello artistico. E, soprattutto, Rupnik ha elaborato una falsa fede e falsa mistica per irretire le sue vittime.

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Rupnik, i gesuiti fanno muro per ammorbidire le sanzioni

Dalle dichiarazioni del gesuita Verschueren appare probabile che la comunicazione da parte della Compagnia di Gesù sui provvedimenti nei confronti di Rupnik non andrà nella direzione di quella che rimane l’unica sanzione proporzionata ai crimini commessi dal gesuita: la dimissione dallo stato clericale. Eppure, il codice di diritto canonico parla chiaro.

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Alla scoperta della “mafia di San Gallo”

Che cos’era e chi faceva parte della cosiddetta “Mafia di San Gallo”? Che obiettivi avevano i componenti di tale organizzazione? In che modo i loro presupposti teologici si contrappongono al magistero della Chiesa? E infine, come hanno agito questi personaggi per influenzare il conclave del 2005 e quello del 2013?

Che cosa ha in mente Papa Francesco?

Perché spesso appare uno scollamento tra le sue parole e le sue azioni?

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Quando i gesuiti difendevano il modernismo e denigravano San Pio X

Era il 1984, direttore de La Cività Cattolica era Bartolomeo Sorge (1929-2020). Da una biografia del cardinale Andrea Ferrari un equivoco intervento de La Civiltà Cattolica, “attualizzato” da L’Espresso, apre una schermaglia su aspetti teologici, culturali e disciplinari del pontificato di Papa Sarto, nel 70º anniversario della morte del grande Pontefice e nel 30º della sua canonizzazione.

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Rupnik ha un avvocato invincibile, il papa

Interpellato sul caso del confratello gesuita Rupnik, papa Francesco ha risposto all’AP di non avere con tale caso “nulla a che fare” e di aver provato alla notizia “una grande sorpresa”.

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