Frutti di liturgia creativa: Battesimi invalidi per un “noi”

Battesimo e sacramenti invalidi anche nella diocesi di Phoenix, dove un parroco “creativo” ha pensato di battezzare con la formula “noi” invece di “Io”. Una differenza sostanziale perché a battezzare non è la comunità, ma Cristo stesso. Sono i frutti avariati della creatività liturgica di preti padroni del sacro. Ma a farne le spese così sono i fedeli.

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Vittorio Sgarbi lo aveva detto: Le nuove chiese fanno schifo. E Bergoglio è ateo

Non c’è più il senso del sacro. E Bergoglio è un ateo che non sa di esserlo. Lo disse in questa intervista del 2016 a La Fede Quotidiana il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi.

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Chiese dormitorio, tentazione “business” per Sant’Egidio

Sant’Egidio festeggia i 50 anni di attività, ma al di là dei meriti caritativi restano le riserve su come utilizzi le chiese per scopi profani con la scusa dei poveri. Prima i pranzi, ora, complice l’emergenza freddo, trasforma una chiesa in dormitorio e chiede i fondi al Comune di Roma. Un abuso che potrebbe diffondere un incontrollato business dell’accoglienza utilizzando le chiese, che invece sono “porzioni di terra santa”.

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Valencia, “chiese proibite per usi profani”. Firmato: l’Arcivescovo

A Valencia il cardinale arcivescovo scrive un atto rivolto a fedeli e sacerdoti nel quale proibisce l’utilizzo delle chiese per scopi profani. E raccomanda la comunione in ginocchio e in bocca. “La secolarizzazione interna alla Chiesa è la più grave di tutte”.

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Don Nicola Bux: «Basta pranzi in chiesa: serve il coraggio del sacro»

Dopo l’ultimo caso di profanazione, la Nuova BQ intervista per la campagna #salviamolechiese il teologo e liturgista don Nicola Bux: «Dietro la prassi di consumare i pasti in chiesa c’è una teologia della secolarizzazione in cui si ritiene che all’Eucaristia si possa accedere comunque a prescindere dalla conversione: è la dottrina della giustificazione luterana. Invece se si ama il povero, bisogna avere il coraggio del sacro per aiutare l’uomo ad andare all’eterno, cosa che si perde asservendo le chiese ad usi profani».

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