La motivazione della condanna di padre Livio è gravissima, e riguarda tutti coloro che esprimono giudizi e valutazioni in contrasto con l’ideologia omosessualista dominante. È un attacco alla libertà religiosa, ma a Roma tutto tace, Conferenza episcopale e Santa Sede. Un messaggio chiaro a chi intenda insistere nella difesa della vita e della famiglia.
Tag: Cristianofobia
Canada, il prete ormai è un “mostro”: mai più da solo con bimbi
Decisione drastica della diocesi di Montreal, in ginocchio per cause milionarie per abusi su minori. Sacerdoti, catechisti ed educatori non potranno stare da soli con i bambini. Dovrà sempre esserci un testimone. Così addio a confessione e direzione spirituale. Il vescovo si piega alla caccia alle streghe e alla paura.
Continua a leggere “Canada, il prete ormai è un “mostro”: mai più da solo con bimbi”
Per Scalfari il cristianesimo è un’invenzione di San Paolo. Ma la storia lo sbugiarda.
Il “vangelo” secondo Barbapapà Scalfari fa acqua da tutte le parti.
La guerra a Mons. Negri. Siamo all’attacco finale?
Quando il regime organizza lo “sdegno popolare”, la condanna a morte è già emessa e inappellabile. In sostanza, all’Arcivescovo di Ferrara non si perdona il fatto di essere cattolico e di essere un uomo. La massoneria aveva già attaccato Mons. Negri. Spaccatura in CL: molti aderenti al movimento non hanno digerito il comunicato con cui la dirigenza aveva di recente scaricato lo scomodo prelato.
Continua a leggere “La guerra a Mons. Negri. Siamo all’attacco finale?”
Ma se Dio vive a Bruxelles, l’islam ha vinto
Dio esiste e vive a Bruxelles è un film del regista belga Jaco Van Dormael. La pellicola non è solo una rivisitazione blasfema della vita di Gesù in chiave post moderna – da qui la supposta novità dei racconti evangelici – ma anche un attacco diretto ai sentimenti religiosi di tutti i cristiani e alla Chiesa cattolica.
Continua a leggere “Ma se Dio vive a Bruxelles, l’islam ha vinto”
Argentina, quella legge sull’aborto è davvero diabolica
Abolita di fatto l’obiezione di coscienza: nessun medico potrà rifiutarsi di uccidere un nascituro.
Continua a leggere “Argentina, quella legge sull’aborto è davvero diabolica”
Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti…
di Roberto de Mattei
Marcher contre la Terreur, “Marcia contro il Terrore”, è stato il titolo con cui Le Monde, il Corriere della Sera e i principali giornali occidentali hanno presentato la grande sfilata laicista dell’11 gennaio. Mai nessuno slogan è stato più ipocrita di questo, imposto dai mass media come reazione alla strage di Parigi del 7 gennaio. Che senso ha infatti parlare di Terrore senza aggiungere al sostantivo l’aggettivo “islamico”?
Continua a leggere “Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti…”
Anche Ostellino. Il solito pregiudizio anticattolico
Nella sua deprecazione per l’integralismo islamico anche l’illustre editorialista del Corriere della Sera non ha resistito alla tentazione di sparare qualche stupidaggine sul cattolicesimo che, in fondo, nei secoli passati era intollerante e violento come lo è l’islam oggi. Ecco come si riscrive la storia.
di Rino Cammilleri
Continua a leggere “Anche Ostellino. Il solito pregiudizio anticattolico”
L’ultima follia: se la mafia esiste è colpa dei cattolici
Ci mancava la mafia. Imputata di ogni nefandezza, la Chiesa cattolica scopre ora di essere responsabile del radicamento nel Bel Paese della criminalità organizzata. Non bastavano i soliti attacchi: ora un giornalista e un magistrato lanciano altre infamanti accuse. L’Italia è un Paese cattolico, per questo c’è la mafia.
di Andrea Zambrano
Continua a leggere “L’ultima follia: se la mafia esiste è colpa dei cattolici”
CHE PARLI IL PAPA! TUONI PER SALVARE MERIEM DAL BOIA! MEDITIAMO SULLA SUA TESTIMONIANZA EROICA. SOPRATTUTTO QUEI PRELATI SEMPRE PRONTI A SVENDERE GESU’ PER AVERE UN APPLAUSO DAI GIORNALONI LAICISTI
di Antonio Socci (15/05/2014)
La giovane mamma sudanese Meriem sarà impiccata perché si è rifiutata di rinnegare Gesù Cristo e di convertirsi all’Islam. Sarà salvata da quella tragica sorte solo se la pressione internazionale si farà insostenibile per la crudele tirannia di Karthoum.
Al momento resta infatti valida la condanna a morte già decretata e non c’è nessuna vera garanzia che il verdetto possa essere rivisto, come qualcuno frettolosamente ha affermato.
Non si può credere infatti a quello che fa trapelare il regime col solo scopo di allentare la pressione internazionale: basti pensare che qualche anno fa la Corte Suprema sudanese stabilì che per gli apostati, che avevano abbandonato la pratica religiosa islamica, convertendosi al cristianesimo, era costituzionale addirittura la crocifissione.
Inoltre per Meriem resta in ogni caso certa la condanna alle cento frustate come pena per aver sposato un cristiano.
Per questo è necessario che l’indignazione si faccia sentire come è accaduto finora e che aumenti.
APPELLO AL PAPA
Dunque, come già ha fatto la nunziatura apostolica in Sudan, vorrei fare appello anche io a papa Francesco, sempre così solerte e incisivo.
Ma sono sicuro che non ha bisogno della nostra richiesta e farà sentire il suo (ben noto) “Vergogna! Vergogna! Vergogna!” ai despoti sudanesi e in tutte le sedi internazionali.
Anche perché nessuno, domani, possa imbastire processi morali sui suoi silenzi come quello che fu imbastito contro Pio XII (che in realtà parlò e più volte, sebbene il Vaticano fosse circondato dalle truppe naziste e contro il papa fosse già stato preparato un piano di deportazione).
Parlerà, papa Francesco, non dubitate.
E le sue non saranno due parolette formali alla fine dell’Angelus, ma farà sentire alta la sua voce e la sua indignazione per questa sanguinaria barbarie contro una povera madre indifesa e innocente.
Oltretutto c’è bisogno non solo che venga cassata la sentenza di condanna a morte, ma pure che venga cancellata la pena delle cento frustate e soprattutto che Meriem venga subito liberata: questo è l’obiettivo immediato e più urgente.
Perché le condizioni luride del carcere (pieno di insetti) hanno già fatto ammalare il primo figlio di Meriem, che ha un anno e mezzo e che è detenuto lì con lei.
Inoltre non è ammissibile tenere una ragazza all’ottavo mese di gravidanza – già sottoposta al terribile stress di un processo e di una condanna a morte – in una galera fetida e disumana.
Come se non bastasse suo marito Daniel Wani – il cristiano che Meriem ha sposato e da cui ha avuto due figli (per il regime le era proibito sposare un cristiano) – è invalido.
Si trova da tempo sulla sedia a rotelle e, come ha dichiarato alla Cnn, è “disperato, frustrato”, e non sa che fare.
Questo poveretto, per le sue condizioni, non è autosufficiente e per la vita quotidiana dipende totalmente da Meriem. La quale è da mesi in galera.
Ieri si è anche saputo che probabilmente se venisse eseguita la sentenza i due figli di Meriem e Daniel potrebbero essere sottratti al padre (perché il matrimonio è stato annullato dal regime) e affidati a una famiglia musulmana per essere educati secondo i precetti del Corano.
Considerati tutti questi terrificanti aspetti appare ancor più eroica la scelta di Meriem di non rinnegare Gesù Cristo.
IMMENSA TESTIMONIANZA
Per qualunque cristiano ci vuole già una grandissima fede, un coraggio sconfinato e un immenso amore al Signore per rifiutare l’abiura e dire sì al martirio per impiccagione.
Ma in questo caso a fare una scelta di per sé già eroica è una giovane donna con un figlio piccolo e uno nel proprio grembo. Sottoposta alle torture di quel carcere, all’angoscia per la sorte di quei bambini e per quella dell’uomo che ha sposato e che ama, che si trova solo e impossibilitato a provvedere a se stesso.
Con tutto questo Meriem ha scelto di non rinnegare Gesù Cristo. Siamo di fronte a una testimonianza di fede e di amore al Signore che sta al livello dei grandi martiri e dei grandi santi.
Che avrebbe dovuto toccare il cuore anche degli infami aguzzini che sono andati a far pressioni su di lei in carcere per ottenere la conversione all’Islam.
Le bastava un piccolo “sì” e avrebbe avuto salva la vita e avrebbe portato via dal carcere e dall’incubo anche i suoi due figli.
Ma questa ragazza insegna silenziosamente a noi, pusillanimi cristiani d’occidente, che nulla vale la libertà della propria coscienza dove arde la fede in Dio.
E insegna a un mondo ripiegato sulla sua pancia, sui suoi vizi, sulle sue misere volgarità edonistiche, che l’uomo è fatto per l’eternità e la sua dignità divina non può essere svenduta al proprio comodo sollazzo di un giorno.
La giovane Meriem, pur così amante della vita da innamorarsi, da sposare il suo uomo, da mettere al mondo due bambini, così intelligente da studiare e diventare medico in un Paese del Terzo Mondo, questa giovane – dicevo – ci insegna silenziosamente, al prezzo dell’impiccagione, che vale la pena di vivere perché qualcosa – o meglio Qualcuno – vale più della vita. E questo Qualcuno è il Salvatore di tutti, l’Amore stesso fatto uomo.
E’ significativo che una così struggente ed eroica testimonianza venga data da una giovane donna cristiana del Terzo Mondo. Giovane, donna e cristiana dell’Africa.
UNA LEZIONE PER I PRELATI
Sono certo che il Papa in tutti i modi vorrà difendere questa meravigliosa testimone di Cristo. E credo che debba essere indicata ad esempio per tutti i cristiani. Per tutti noi che nella vita quotidiana rinneghiamo Cristo per un nonnulla.
Ma anche per i tanti ecclesiastici che spesso appaiono pronti a svendere a pezzi la loro fede e le loro convinzioni pur di avere gli applausi del mondo. Quei prelati che sbavano per avere l’approvazione dei giornaloni laicisti e gli elogi di certi tromboni anticlericali.
Mediti quella parte di Chiesa che – come disse don Giussani nella sua ultima intervista – si vergogna di Cristo.
Ci riflettano specialmente quei prelati che sono pronti – per apparire moderni e riformatori agli occhi del mondo – a gettare alle ortiche il Magistero di sempre della Chiesa, le parole di Gesù nel Vangelo e i propri doveri di pastori. Verrà un giorno in cui tutto sarà giudicato.
© LIBERO