Napoli, radicali fuori dalla chiesa, resta la ferita del business

Vittoria della Bussola: niente basilica, i Radicali dovranno cercarsi una nuova sede per il congresso. Ma non c’è da esultare: al parroco che si opponeva alla profanazione è stato imposto il silenzio e rimandata la presa di possesso canonica della chiesa. Con la vicenda di San Giovanni Maggiore la Nuova BQ ha svelato un problema enorme: a Napoli, privati, società e fondazioni dispongono delle chiese per business e interessi personali, tenendo in “ostaggio” i fedeli. E questo il vescovo Sepe lo sa, ma invece di intervenire fa umiliare i giornalisti dai suoi uomini.

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Napoli, Sepe non sfratta i radicali dalla basilica. San Gennaro, pensaci tu!

L’arcivescovo Sepe non annulla il Congresso dei Radicali nella basilica di San Giovanni a Napoli e chiede al parroco di sedersi al tavolo con la Fondazione che gestisce la chiesa. Ma don Salvatore non arretra: “Vado solo se la chiesa torna del tutto al culto. Basta profanazioni in basilica”. #salviamolechiese: scrivete alla Nuova BQ per sostenere il sacerdote (Sepe non sfratta i Radicali dalla chiesa. Il don resiste, di Andrea Zambrano, La NuovaBQ, 11-09-2019).

«Esprimo il mio sostegno al sacerdote don Salvatore, chiedendo di annullare immediatamente il congresso dei Radicali». «Via i mercanti dal tempio!». «Non possono servire Dio e Mammona. Dovrebbero saperlo…». «Il Signore benedica don Salvatore, gli dia forza e la Madonna lo accompagni. Sia lodato Gesù Cristo!». Sono solo alcune delle moltissime lettere che i lettori della NuovaBQ hanno inviato per chiedere all’arcivescovo Sepe l’annullamento del congresso dei Radicali nella basilica di San Giovanni Maggiore e restituire la chiesa al culto di Dio (“Noi stiamo con don Salvatore. La chiesa torni a Dio”, La NuovaBQ, 11-09-2019).

Il congresso dei Radicali nella basilica. Il proprietario, proprio al fine di dare anima e vita alla volontà di tanti benefattori e fedeli che hanno pregato e pagato per quella Basilica, ha il dovere morale e anche giuridico di risolvere il comodato d’uso (Ci penserà San Gennaro a fare giustizia, di P. Giorgio Maria Carbone OP, La NuovaBQ, 11-09-2019)

Napoli, basilica ostaggio dei radicali in congresso

Ancora Napoli, ancora una profanazione. Il partito radicale celebra il suo congresso nell’antica basilica di San Giovanni nel giorno di Ognissanti. Ad aprire il tempio al partito che più di ogni altro ha combattuto la fede, la morale e il sentimento cattolico degli italiani, una fondazione privata che lo affitta in accordo con la diocesi per eventi. Il segretario radicale: «Il ricavato va al restauro». Il parroco “ostaggio” — come il precedente — non ne sapeva nulla: «Ora basta, non posso neanche organizzare un’adorazione eucaristica. Il vescovo Sepe ristabilisca il culto». Il restauro, in realtà, è già stato pagato, ma la fondazione non ne parla. Ecco che cosa abbiamo scoperto.

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La coop? Nella chiesa. Vescovi ormai liquidatori fallimentari

A Napoli ancora polemiche sull’uso delle chiese dismesse: spunta una foto di una donna nuda in una “performance”. E L’arcivescovo Sepe che fa? “Diamo le chiese chiuse alle cooperative di giovani”. Le ragioni di una ritirata che sembra un concordato fallimentare: un convegno in Vaticano si occuperà delle chiese chiuse al culto e illustrerà le linee guida per ospitare mostre o spettacoli. Insomma: tutto fuorché tornare a dirvi messa. I vescovi ormai si comportano da liquidatori di tribunale per i quali l’unico obiettivo è vendere e chiudere col passato.

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