Due cardinali avvisano Kasper: la dottrina non si discute

«Un cambiamento della dottrina, è impensabile. Chi tuttavia lo fa consapevolmente è un eretico anche se indossa la porpora romana». Lo dice il cardinale Walter Brandmuller, in opposizione alle tesi di Kasper al Sinodo. Concetti ripetuti anche dal cardinale Muller, prefetto della Congregazione per la fede.

di Lorenzo Bertocchi

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I vescovi tedeschi hanno pronte le “tesi” da inchiodare all’uscio del Sinodo

di Matteo Matzuzzi

Il card. R. Marx. Nomen Omen.
Il card. R. Marx. Nomen Omen.

Su famiglia e matrimonio, i vescovi tedeschi stanno con il cardinale Walter Kasper. Le tesi del teologo scelto dal Papa per aprire in ambito concistoriale la discussione sui temi oggetto del Sinodo biennale ormai alle porte, sono appoggiate e condivise dalla grande maggioranza dell’episcopato di Germania. Lo ha spiegato, durante la tavola rotonda sul dialogo nella chiesa che ha avuto luogo la scorsa settimana a Magdeburgo, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, da pochi mesi capo dei vescovi tedeschi e considerato in forte e rapida ascesa in Vaticano, dove è anche membro del gruppo dei nove porporati che studiano la riforma della curia, nonché coordinatore del nuovo Consiglio per l’economia. Il gruppo dei favorevoli all’aggiornamento della pastorale familiare su tutte quelle “situazioni inedite fino a pochi anni fa” che nel Sinodo wojtylano sulla famiglia del 1980 furono discusse, se lo furono, solo marginalmente, ha voluto dirlo senza intermediari direttamente al cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede.

Un incontro “cordiale”, l’atmosfera “era buona”, ha sottolineato Marx, aggiungendo che a vestire i panni del capo delegazione era il vescovo di Osnabrück, mons. Franz-Josef Bode. Il cardinale Müller, che da tempo s’esprime su posizioni antitetiche rispetto a quelle di Kasper e che a luglio ha dato alle stampe il libro-intervista La speranza della famiglia (Edizioni Ares) in cui ribadiva che, essendo “la misericordia il compimento della giustizia”, essa “non dovrà mai essere una scusa per sospendere o rendere invalidi i comandamenti e i sacramenti. In caso contrario – notava ancora il capo dell’ex Sant’Uffizio – saremmo in presenza della pesante manipolazione dell’autentica misericordia”. Il cardinale Marx ha anche fatto sapere che appena i lavori sinodali entreranno nel vivo, sarà lui stesso, in qualità di presidente della locale conferenza episcopale, a portare in assemblea un documento che chiarirà la posizione della maggioranza dei vescovi tedeschi, con tutti i nomi dei firmatari in calce. Una posizione che ricalcherà le linee tratteggiate da Kasper nella lunga relazione teologica esposta ai cardinali lo scorso febbraio, che aveva fatto da ouverture al confronto che il Pontefice vuole franco e libero.

“Non possiamo essere chiesa di missione se non manteniamo un dialogo critico e aperto all’interno della chiesa stessa”, ha aggiunto Marx a Magdeburgo. La questione più delicata, ha spiegato ancora il porporato, è il riaccostamento dei divorziati risposati all’eucaristia e la considerazione da dare a quanti, provenienti da un fallimento matrimoniale, chiedono di essere ammessi nuovamente alla comunione. Una questione che “non sarà discussa solo qui in Germania, ma in quasi tutte le conferenze episcopali d’Europa”, ha sottolineato il presule davanti ai partecipanti della tavola rotonda, tra cui una trentina di vescovi. Lo stesso arcivescovo di Monaco, poco dopo il concistoro dello scorso inverno, aveva auspicato che il dibattito fosse reso pubblico, con teologi e laici a discutere di famiglia e di tutte le problematiche che da ottobre e per i prossimi due anni saranno studiati nell’Aula nuova dai padri sinodali, dagli esperti e dagli uditori. Entusiasti si sono detti i rappresentanti del movimento progressista “Noi siamo chiesa”, i cui leader storici, Martha Heizer e marito erano stati scomunicati nei mesi scorsi per aver celebrato in salotto l’eucaristia – “lo facciamo da anni, volevamo indicare che esiste una via d’uscita al problema della scarsa presenza di preti nelle comunità cristiane”, s’era giustificata l’ex professoressa austriaca. Le parole del cardinale Marx, dunque, sono assai gradite dal movimento, a patto che non rimangano sulla carta: “Solo una riforma rapida, avvincente e umanocentrica può contribuire a colmare il baratro che separa la tradizionale dottrina della chiesa dalla realtà dei fedeli cattolici riguardo la morale sessuale”.

© FOGLIO QUOTIDIANO (17 settembre 2014)