Intervento del professor James Bascom al Convegno “Amazzonia: la posta in gioco” del 5 ottobre 2019.
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R. Marx sta con K. Marx, ovviamente
La sconcertante presa di posizione del cardinale Marx, che ha detto che senza Karl Marx non ci sarebbe Dottrina sociale della Chiesa. Un’operazione infantile, un gioco di balocchi. Il marxismo è la negazione dell’uomo perché è la negazione di Dio. Tra di esso e la Dottrina sociale della Chiesa non può esserci nessun rapporto se non di contrapposizione.
Chi sbeffeggia Dio non può rispettare l’uomo
Il caso delle vignette di Charlie Hebdo offensive nei confronti delle vittime del terremoto di Amatrice, è un classico esempio di che cosa voglia dire il nichilismo più sfacciato. Charlie Hebdo costituisce un inno al nulla, una enciclopedia, consultabile nei futuri secoli, per capire questi anni bui.
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Sgarbi si scaglia contro l’UAAR, definita “associazione di zucche vuote”.
Così la Cassazione istituzionalizza la religione dei “senza Dio”
di Mauro Faverzani (03/07/2013)
È passata quasi sotto silenzio, come una notizia di minor conto. Ma di minor conto non è. Anzi, per molti versi è ben più importante dei fiumi di parole ogni giorno spesi dai media per voci di corridoio, gossip e paparazzate. Le sezioni unite civili della Corte di Cassazione hanno depositato una sentenza, che stabilisce come «anche le associazioni atee e agnostiche debbano ricevere dal governo la stessa tutela e gli stessi diritti riconosciuti dall’art. 8 della Costituzione alle confessioni diverse da quella cattolica, mettendo al bando la discriminazione tra le fedi acattoliche».
Dando torto così al ricorso del governo Monti, teso invece ad escludere intese con l’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Ergo: la questione torna al Tar, che dovrà pronunciarsi sull’argomento. Quale la portata rivoluzionaria di tale verdetto? Innanzi tutto, rappresenta un pericoloso precedente, che interviene chirurgicamente sull’immaginario collettivo, introducendo in modo forzato ed indiscriminato un “pluralismo confessionale e culturale”, ch’è di fatto sincretismo di massa, più simile ad un mercato religioso che all’effettiva tutela delle minoranze.
Qui non si stanno proteggendo diritti calpestati, si sta banalizzando la sfera spirituale, degradandola riduttivisticamente al ruolo di semplice “centro commerciale” della fede, dove ognuno possa comprare quel che gli pare. A prescindere dal ruolo storico, dalle basi teologiche, filosofiche, culturali ed artistiche che ogni credo in quanto tale possa avere o non avere nella storia di un popolo, di un Continente, di ogni anima. Che, ad esempio, l’Europa delle Cattedrali ‒ con buona pace di illuministi e illuminati ‒ abbia le proprie radici in secoli di Cristianesimo non importa più nulla, anzi conta tanto quanto gli ultimi arrivati, quand’anche ininfluenti sul tessuto sociale e culturale contemporaneo.
Non solo: questa sentenza introduce una pericolosa destrutturalizzazione del sacro, intervenendo in una sfera, quella religiosa, che non dovrebbe essere codificata per legge, appartenendo all’ambito delle coscienze e ad una Tradizione, nel caso della Chiesa Cattolica, ultrabimillenaria. Qualcuno deve pur spiegare a confessioni dotate di una precisa liturgia, storicamente fondata, di una chiara gerarchia, territorialmente diffusa, di un diritto ecclesiastico, specificamente normato, come esse possano essere equiparate ad associazioni prive di una precisa configurazione, di una connotazione chiara e di una ritualità precisa, spesso anche di un’autorità riconosciuta.
Chi celebrerà i matrimoni tra atei? Che sacerdoti saranno abilitati a presiederli? Secondo quale cerimonia? Appare questo il grimaldello, con cui scalzare ed annientare anche ogni differenza di fatto tra il concetto di “religione” e quello di “setta”, finora scientificamente distinte e definite, anche per trarne conseguenze importanti sul piano del diritto: non a caso la Chiesa Cattolica fonda i propri rapporti con lo Stato Italiano sulla scorta di un preciso Concordato. Di cui l’Uaar chiede l’abolizione, contraddicendosi: da una parte spara a zero sul Concordato, dall’altro esulta per una sentenza della Cassazione, che di fatto introduce per tutti ‒ anche per loro – la necessità di un riconoscimento istituzionale da parte dello Stato.
V’è poi un non indifferente risvolto anche di carattere economico con la prospettiva, alla luce di un simile pronunciamento, di poter, anzi dover estendere la distribuzione dell’8 per mille a chiunque, indiscriminatamente, prescindendo da qualsiasi credenziale, qualifica o attributo.
Non risulta che l’Uaar sia mai stato discriminato in alcun modo, penalizzato, sanzionato, emarginato per le proprie idee, inibito nella libertà d’espressione: dunque, salutare la sentenza della Cassazione quale riconoscimento dell’uguaglianza di tutti i cittadini, «indipendentemente dalle loro opinioni in materia religiosa», risulta un insulto a quei credenti, che ogni giorno nel mondo pagano la propria fede con la vita o con l’emarginazione sociale, un insulto alla Chiesa, quella vera, delle catacombe.
Anche fatti come questo confermano la verità delle parole di Gilbert Keith Chesterton, secondo cui «chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente, perché comincia a credere a tutto». Ma probabilmente nemmeno Chesterton avrebbe mai immaginato che anche questo “tutto” potesse un giorno nell’Italia, che ospita il cuore della Cristianità, vedersi attribuire le stesse credenziali, gli stessi diritti normativi e la stessa patente di affidabilità della Fede Cattolica.
Cristianesimo Cattolico: In Germania Dio è morto
Un terzo delle chiese tedesche è destinato a chiudere, e sul sito eBay è già partita l’asta. Nella città di Marx le sacrestie diventano palestre e si progettano “amalgami religiosi”.
di Giulio Meotti su “Il Foglio” del 28/03/2013
Un tempo, con Robert Schuman, veniva chiamata “l’Europa delle…
A sinistra di Dio — Origine e destino del laicismo
Autore: Giovanni Zenone
Editore: Fede & Cultura
Pagine: 96
Collana Saggistica n. 3
ISBN: 978-88-89913-07-9
Data di pubblicazione: Giugno 2006
In poche parole: Analisi e confutazione (divulgativa e frizzante) della pretesa di fare a meno di Dio, dalla Bibbia ai nostri giorni attraverso le ideologie.
Descrizione: Ripercorrendo la pretesa umana di farsi dio al posto di Dio, dalla Bibbia alle più varie filosofie e ideologie sino alla dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI, l’Autore smaschera l’origine antiumana della cultura della morte, del pensiero dominante e del politicamente corretto. Mette a fuoco gli errori dei miti moderni, dalla Libertà, Uguaglianza, Fraternità di rivoluzionaria memoria, all’opzione preferenziale per i poveri, al femminismo, all’ideologia gay e transessuale, dall’ecologismo al pacifismo, dall’idealismo al pensiero debole, sino a giungere alla manipolazione della vita in nome di un progresso e una felicità futura che produce però solo tristezza e morte.