«Morto Pell, ora vogliamo una Chiesa più inclusiva e meno patriarcale»

I gruppi cattolici australiani spingono per riforme progressiste della Chiesa in seguito alla morte di George Pell.

Martedì 31 gennaio 2023

Se non è un macabro «festeggiare sul morto», gli somiglia parecchio. La salma del cardinale George Pell, mancato il 10 gennaio, si trova infatti ancora nella cattedrale di St Mary, a Sydney – dove resterà fino ad un’ultima messa, celebrata dall’arcivescovo Anthony Fisher, e ad una sepoltura in una cerimonia privata. Eppure già chi guarda oltre e lo dice, quasi che la scomparsa del porporato sia una bellissima notizia.

Non è una esagerazione, bensì l’atteggiamento – riferisce The Guardian – di una coalizione di 20 gruppi cattolici che proprio «questa settimana chiederà una riforma significativa della chiesa in Australia». Stiamo parlando dell’Australasian Catholic Coalition for Church (ACCCR), che ora risulta in felice fermento e desiderosa e impaziente di mettersi al lavoro per «una chiesa più inclusiva e meno patriarcale».

Kevin Triston, un responsabile di Acccr, sostiene che si tratti di un caso – che tale sarà anche -, ma non si può non notare come la prima nuova riunione di lavoro di questo gruppo sia fissata questo giovedì, in singolare e perfetta coincidenza dell’estremo saluto al cardinale defunto, all’indirizzo del quale non mancano accuse pesanti dal momento che egli «voleva riportare la Chiesa a 100 anni fa».

Le aspettative di questa coalizione, da quanto è dato capire, risultano ora rivolte in particolare verso i processi sinodali avviati da Papa Francesco. Guarda caso, si tratta delle stesse dinamiche contro cui, in un ultimo articolo pubblicato dal britannico The Spectator – ampiamente illustrato dal Timone – si era scagliato il porporato australiano, denunciando, per usare le sue stesse parole, «l’incubo tossico» del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità.

Detto ciò, e prescindendo pure da ogni valutazione sul cardinale Pell – che si è fatto oltre 400 giorni in prigione da innocente, peraltro con accuse infamanti come quelle di abusi -, che tuttavia per questo giornale resta un confessore della fede, non si può non chiedesi: quale «inclusione» potranno mai proporre e testimoniare associazioni che non hanno neppure rispetto per un morto? Prendersela col «patriarcato» in assenza di pietas, ecco, non pare un grande affare

(Fonte: Il Timone)

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...