I deliri del vescovo di Lima Castillo Mattasoglio: Gesù? Un laico come tutti. La Croce? Non un sacrificio.

L’omelia del 19 dicembre dell’arcivescovo di Lima, Carlos Castillo Mattasoglio, è un vero e proprio concentrato di eresie e bestemmie.

Il 25 gennaio 2019 papa Francesco ha nominato arcivescovo metropolita di Lima e primate del Perù un famoso discepolo di Gustavo Gutiérrez, il “padre” della teologia della liberazione, ovvero mons. Carlos Castillo Mattasoglio.

Tale scelta fu irrispettosa prima di tutto nei confronti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, i quali avevano più volte richiamato costui per la sua difesa della teologia della liberazione e per le sue uscite eterodosso, ma pure verso l’arcivescovo emerito, il card. Juan Luis Cipriani Thorne, membro dell’Opus Dei, il quale combatté strenuamente tutte le false teologie diffuse in America Latina dai teologi franco-tedeschi.

Francesco ha ricevuto in udienza Castillo Mattasoglio il 17 giugno 2021.

Ma questa decisione di Francesco non ci stupì, poiché è ben noto il suo disinteresse verso i suoi predecessori, nonché verso il Depositum Fidei. E in ciò mons. Castillo Mattasoglio gli è molto simile. Dalla sua nomina, infatti, l’attuale primate peruviano non ha mai mancato di smontare pezzo per pezzo tutto l’apostolato del suo immediato predecessore, imitando il papa regnante anche nella venerazione di Pachamama.

Durante l’omelia del 19 dicembre, addirittura nella Cattedrale, non ha saputo trattenersi e ha dichiarato delle eresie — bestemmie — sulla persona e la missione di Nostro Signore Gesù Cristo.

«Gesù non muore offrendo il sacrificio di un olocausto — ha affermato il presule liberazionista — , ma muore da laico ammazzato, decidendo di non reagire con vendetta, accettando la croce per darci un segno di vita». Come se non fosse sufficientemente, ha insistito che il Signore «muore da laico che dona speranza all’umanità, muore come essere umano, come tutti voi qui presenti, come noi, perché non possiamo essere preti senza prima essere battezzati da laici».

Suggeriamo a mons. Castillo Mattasoglio di leggere il numero 1545 del Catechismo della Chiesa cattolica, in cui si decreta che Nostro Signore Gesù Cristo è l’unico ed eterno sacerdote, nonché la sua morte «è un sacrificio di redenzione». Si legga pure la Lettera agli Ebrei, in cui si spiega che Cristo è il sommo sacerdote che si offre una volta per tutte per il perdono dei peccati.

Interverrà la Santa Sede nei confronti di mons. Castillo Mattasoglio? Forse lo chiamerà per comunicargli che al prossimo concistoro riceverà la tanta agognata berretta cardinalizia…

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