Passata l’emergenza coronavirus nulla sarà più come prima. L’attuale crisi indica la vacuità di ideologie come il naturalismo e il globalismo e lo sgretolamento dell’Unione Europea; e chiede di ripensare il concetto di bene comune, la funzione sussidiaria del credito, e i rapporti tra Stato e Chiesa. Quanto accade oggi deve diventare una riflessione sul come ricostruire dopo. Una ampia riflessione di monsignor Crepaldi a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa (Stefano Fontana, Coronavirus, la crisi di oggi ci deve far cambiare domani, La NuovaBQ, 19-03-2020).
Quella in corso non è soltanto un’emergenza sanitaria, ma un evento che coinvolge molti aspetti della vita personale e sociale, che chiamano in causa la Dottrina sociale della Chiesa. Ecco alcune riflessioni sull’emergenza in atto, e soprattutto sul dopo-coronavirus, dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, fatte proprie dall’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuân per la Dottrina sociale della Chiesa (Mons. Giampaolo Crepaldi, Coronavirus oggi e domani: cosa ci insegna, da dove ripartire, La NuovaBQ, 19-03-2020).
Il Coronoavirus sta inoculando nelle nostre vite sostanziali novità di carattere sociale e psicologico, alcune temporanee, altre, crediamo, durature: un diverso uso dello spazio e del tempo, un ricorso all’essenziale abbandonando la contingenza politica: chi pensa più a Greta Thunberg? E soprattutto la certificazione che il vero paziente zero è l’Unione Europea (Tommaso Scandroglio, Stretti, ma dilatati: col Covid non siamo già più gli stessi, La NuovaBQ, 19-03-2020).
La Chiesa deve sospendere forzatamente le Messe, ma i vescovi hanno ottenuto dal Governo di Edimburgo che le chiese rimangano aperte e che si celebrino funerali, battesimi e matrimoni. L’Arcivescovo di Glasgow ai fedeli: «Dio non vi abbandona e neanche noi» (Paolo Gulisano, La Chiesa scozzese chiude, ma “strappa” funerali e nozze, La NuovaBQ, 19-03-2020).
La carità al tempo del Coronavirus