Papato e papi. Papismo sì, papolatria no.

Con due esempi storici, il filosofo americano Edward Feser, spiega il motivo per cui nessun papa dev’essere idolatrato.

di Edward Feser (10-11-2019)

Quanto può diventare cattivo un cattivo papa ? Abbastanza cattivo. Qui ci sono altri due esempi della storia.

Papa Marcellino

Marcellino è stato papa dal 296 – 304 circa. Durante il suo pontificato, l’imperatore Diocleziano iniziò una persecuzione dei cristiani, richiedendo la consegna di testi sacri e l’offerta di incenso agli dei romani. Marcellino e parte del suo clero a quanto pare si conformarono, anche se si dice che Marcellino si sia pentito di questo dopo pochi giorni e che abbia subito il martirio come conseguenza. Alcuni sostengono che in virtù della sua osservanza egli fu colpevole di un’apostasia formale che lo portò alla perdita dell’ufficio papale, anche se il suo presunto pentimento e martirio ha portato anche alla sua venerazione e al suo riconoscimento di santo.

Ma esattamente cosa accadde è controverso tra gli storici. Sant’Agostino negò che Marcello fosse veramente colpevole dei peccati in questione. D’altra parte, altre fonti antiche sostengono che lo fosse, e il successivo papa Damaso I omise di fare riferimento a Marcellino nel rendere omaggio ai suoi predecessori. Né è chiaro se Marcellino abbia realmente sofferto il martirio o abbia perso il suo ufficio.

Tuttavia, che Marcellino avrebbe potuto essere colpevole di questi peccati non è stato negato dai teologi cattolici ortodossi, perché non è escluso dalle condizioni in cui un papa insegna infallibilmente. Infatti, nel Libro 4, capitolo VIII, De Romano Pontefice, San Roberto Bellarmino giudica che è “certo” che Marcellino “ha sacrificato agli idoli”. Pensa anche che Marcellino non abbia perso ipso facto l’ufficio papale, perché ha agito per paura.

Papa Giovanni XII

Giovanni XII, che fu papa dal 955 al 964, fu uno degli uomini più debosciati che si siano mai seduti sul trono di Pietro. Si dice che abbia confiscato le offerte lasciate sull’altare per uso personale, che abbia violentato le pellegrine che si recavano a Roma e che abbia effettivamente trasformato il palazzo del Laterano in un bordello, e che sia morto a letto con la moglie di un altro uomo – da un lato a causa di un infarto, e dall’altro per mano del marito tradito che lo aveva colto sul fatto. Si diceva che Giovanni avesse invocato i nomi degli dei pagani mentre giocava d’azzardo.

Giovanni XII portò l’ufficio del papato in grande discredito, e il periodo fu segnato da un aspro conflitto di fazioni. Fu deposto da un sinodo a Roma, in parte per motivi di “sacrilegio”, e sostituito da Papa Leone VIII – anche se la legittimità di questa serie di eventi fu ampiamente contestata, dato il primato papale, e in ogni caso Giovanni fu in grado con la minaccia della forza di invertire questo stato di cose e farsi ristabilire come papa e Leone scomunicato. Coloro che avevano accusato Giovanni furono puniti con flagellazione o mutilazioni fisiche. Dopo la morte di Giovanni, Leone fu ristabilito come papa – anche se solo dopo che un altro pretendente all’ufficio papale, Benedetto V, fu prima eletto e poi deposto. (Alla deposizione di Benedetto – alla quale apparentemente acconsentì – fu spogliato delle sue insegne papali e il suo pastorale fu spezzato sopra la testa da Leone non appena il laico Benedetto si prostrò. Essi agirono per sempre in quei giorni.)

Questi esempi illustrano alcuni punti importanti. In primo luogo, i papi possono, coerentemente con la dottrina dell’infallibilità papale, essere colpevoli anche di peccati gravi come l’idolatria. In secondo luogo, quando i loro peccati toccano questioni teologiche, come fanno in questi esempi (e come hanno fatto in modo molto diverso nel caso di Papa Vigilio), i cattolici sono stati a volte comprensibilmente spinti a mettere in discussione la loro legittimità. Questo è teologicamente problematico, e a mio avviso non si può plausibilmente sostenere che Marcello, Vigilio o Giovanni XII abbiano perso l’ufficio papale. Tuttavia, qualsiasi caos canonico abbia afflitto temporaneamente la Chiesa durante i tempi di questi papi è stata in definitiva colpa loro. Certamente si possono dare pesanti colpe agli ecclesiastici che cercarono di deporre Giovanni XII, e all’imperatore Ottone I, che ebbe un ruolo importante negli eventi in questione. Ma resta il fatto che è stato il comportamento estremamente scandaloso di Giovanni che ha spinto questa reazione esagerata. È lo stesso papa che è manifestamente il cattivo della storia.

Un’ulteriore lezione, però, è che anche questi incidenti sono degni di nota proprio per il loro carattere raro e fugace. Il caos teologico e/o canonico che papi cattivi come Vigilio, Onorio, Stefano VI, Giovanni XII, et al. infliggono alla Chiesa può essere intenso ma è anche sempre temporaneo, e la Chiesa alla fine ritorna così profondamente all’ordine tanto che il caos viene presto dimenticato da tutti ad eccezione degli storici e dei propagandisti anticattolici che lottano per trovare prove che la Chiesa ha ceduto all’errore. La Chiesa può ammalarsi parecchio per periodi di tempo relativamente brevi, ma anche che lei sempre si riprende. Apologeti papali ingenui e sicofantici rifiutano di vedere il primo fatto, e i propagandisti anticattolici rifiutano di vedere il secondo.

(fonte: edwardfeser.blogspot.com; traduzione: sabinopaciolla.com)


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