L’amico Super Ex del vaticanista Marco Tosatti spiega com’è stato possibile che l’omoeresia abbia trionfato più negli ultimi 5 anni che negli ultimi 50.
di Marco Tosatti (20-08-2018)
Potete crederci o non crederci, ma quando ho ricevuto questo articolo da Super Ex (Ex di Movimento per la vita, ex di Avvenire e anche d altre robe soi-disant cattoliche; ma ancora, grazie a Dio, cristiano e cattolico) sono rimasto sbalordito. Perché non ci siamo parlati da settimane, eppure queste sono righe che avrei potuto scrivere io, tranquillamente. Eccole.
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“Chi sono io per giudicare?”. Ricordate? L’entusiasmo per Bergoglio raggiunse l’apice in occasione di quella frase sibillina, ambigua, in perfetto stile gesuitico.
E in fondo Bergoglio è tutto lì: nell’invito a non giudicare, mai; a non distinguere il bene dal male; a tacere davanti al peccato; a inondare di melassosa misericordia ogni idea di giustizia; a derubricare ogni peccato, compreso l’adulterio, ad una questione soggettiva; a distruggere la tradizionale distinzione cattolica tra errore (da respingere sempre), ed errante (da amare, sempre) …
Da lì anche gli abbracci pubblici, clamorosi, ai nemici del cattolicesimo più incalliti (da Eugenio Scalfari ad Emma Bonino) e le frecciate velenose o persino le punizioni nei confronti degli ortodossi (Francescani dell’Immacolata, cardinal Burke…).
Ma oggi? Oggi che negli Usa i pupilli di Bergoglio sono finiti nell’occhio del ciclone? Oggi che è sempre più chiaro quale sia il vero problema morale nella Chiesa – non la pedofilia, ma l’omosessualità-, come la mettiamo con il “Chi sono io per giudicare?”.
Ricordate la Relatio intermedia al Sinodo della famiglia? C’era l’apertura persino alla benedizione per le unioni gay, promossa dagli uomini a lui più vicini (il cardinal Marx, Antonio Spadaro, Bruno Forte….)! Il “Chi sono io per giudicare?” era già diventato: giudichiamo positive le unioni gay “durature”.
Malizia? E allora come giustificare le nomine a cardinali dei pupilli del sodomita McCarrick, da Cupich a Tobin, a Farrell? Come il grande spazio lasciato a mons. Dario Edoardo Viganò, e tramite lui, ad una pletora di avvocati del mondo LGBT, compreso il gesuita James Martin, o quel monsignore, di cognome Galantino, che distorce persino la Bibbia riguardo a Sodoma e Gomorra?
E come giustificare il silenzio assordante di Bergoglio all’epoca del matrimonio gay in Irlanda e Germania, e della legge Cirinnà in Italia?
Non bisogna dimenticare che Bergoglio si rifiutò anche solo di salutare ben due Family Day, lui abituato per lungo tempo, finché era in auge, a plateali telefonate a chicchessia!
Adesso che la chiesa progressista americana, quella più vicina a Bergoglio, quella da lui premiata con varie berrette cardinalizie, appare vergognosamente colpevole di abusi omosessuali in serie, Bergoglio dirà ancora “Chi sono io per giudicare?”, o proverà ad invertire la rotta, quantomeno per salvare la faccia?
Staremo a vedere, ma è certo che stiamo vivendo la fase finale della tragedia: è un lento declino, quello del pontificato di Bergoglio, che lascerà morti e feriti sul campo, in numero altissimo. Ma avrà anche diviso i discepoli di Cristo e gli uomini fedeli alla vera Chiesa: da una parte coloro che sono nella Chiesa, ma non sono “della Chiesa”, come diceva sant’Agostino, dall’altra i Giuda di ogni genere.
Come Giuda sembrò vincitore, per qualche tempo, e Cristo apparve sconfitto, così la finta Chiesa è sembrata per qualche tempo inarrestabile. Ma forse, visto mia clima da disfatta, il buio più profondo sta per passare, e la Risurrezione si avvicina…
(fonte: marcotosatti.com)
Un mio parente, tecnico nel mondo dello spettacolo, si trovò qualche anno fa per lavoro, col suo team di colleghi, in collaborazione esterna a una tournée nazionale di un cantante con tutta la sua troupe artistica.
Del cantante si sapeva da tempo l’omosessualità, ma la sorpresa del mio parente & colleghi fu nel constatare che TUTTI i componenti della troupe, dal primo all’ultimo, erano omosessuali (35-40 persone!).
Le cronache della neochiesa mi ricordano molto da vicino quella situazione: si scelgono in esclusiva, solo e soltanto fra loro, in un’eterofobia che indigna.
Parentesi irrilevante: quella tournée fu molto faticosa non tanto per il lavoro in se stesso ma perché i collaboratori esterni (tutti etero) dovettero guardarsi costantemente dai continui tentativi di rimorchiamento da parte dei gay (pare che i maschi-maschi sudati li facciano letteralmente impazzire, come esperienza sul campo ha insegnato).
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