Il gesuita Antonio Spadaro, il dossettiano Alberto Melloni e il progressista Andrea Grillo rispondono violentemente alle critiche del card. Muller riguardo il “cerchio magico” che circonda e mal consiglia papa Francesco.
di Marco Tosatti (27-11-2017)
Il cerchio magico intorno a papa Bergoglio si è sentito toccato dalle critiche del cardinale Müller nell’intervista al Corriere della Sera di ieri? Sembra proprio di sì, a giudicare da qualche reazione. Vediamo prima che cosa diceva il porporato tedesco, che il Pontefice Regnante non ha rinnovato – come sarebbe stato prevedibile, e forse auspicabile – nella carica di Prefetto della Congregazione per la Fede.
Scriveva il Corriere: “Müller, forse il più rispettato teologo cattolico, è l’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sostituito a sorpresa nel luglio scorso da Jorge Mario Bergoglio. «Il Papa mi confidò: “Alcuni mi hanno detto anonimamente che lei è mio nemico” senza spiegare in qual punto», racconta affranto. «Dopo quarant’anni al servizio della Chiesa, mi sono sentito dire questo: un’assurdità preparata da chiacchieroni che invece di instillare inquietudine nel Papa farebbero meglio a visitare uno strizzacervelli. Un vescovo cattolico e cardinale di Santa Romana Chiesa è per natura con il Santo Padre. Ma credo che, come diceva il teologo del Cinquecento, Melchior Cano, i veri amici non sono coloro che adulano il Papa ma quelli che lo aiutano con la verità e la competenza teologica ed umana. In tutte le organizzazioni del mondo i delatori di questa specie servono solo se stessi»”. E continuava: «Le tensioni nascono dalla contrapposizione tra un fronte tradizionalista estremista su alcuni siti web, e un fronte progressista ugualmente esagerato, che oggi cerca di accreditarsi come superpapista», secondo Müller. Si tratta di minoranze, ma agguerrite. Infine il cardinale diceva ancora: «Attenzione: se passa la percezione di un’ingiustizia da parte della Curia romana, quasi per forza di inerzia si potrebbe mettere in moto una dinamica scismatica, difficile poi da recuperare. Credo che i cardinali che hanno espresso dei dubbi sull’Amoris Laetitia, o i 62 firmatari di una lettera di critiche anche eccessive al Papa vadano ascoltati, non liquidati come “farisei” o persone brontolone. L’unico modo per uscire da questa situazione è un dialogo chiaro e schietto. Invece ho l’impressione che nel “cerchio magico” del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata. Classificare tutti i cattolici secondo le categorie di “amico” o “nemico” del Papa, è il danno più grave che causano alla Chiesa. Uno rimane perplesso se un giornalista ben noto, da ateo si vanta di essere amico del Papa; e in parallelo un vescovo cattolico e cardinale come me viene diffamato come oppositore del Santo Padre. Non credo che queste persone possano impartirmi lezioni di teologia sul primato del Romano Pontefice». Sul licenziamento senza motivo da parte del Papa di alcuni teologi della Congregazione: «Le persone non possono essere mandate via ad libitum, senza prove né processo, solo perché qualcuno ha denunciato anonimamente vaghe critiche al Papa mosse da parte di uno di loro…».
È evidente che il cardinale si colloca al centro delle tensioni che oggi attraversano e lacerano la Chiesa; non vuole assolutamente essere classificato fra gli avversari del Pontefice, e chiede un dialogo. Proprio come tempo fa aveva suggerito il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, scelto dal Pontefice per quel ruolo, e suo braccio destro.
Qualche reazione. Alberto Melloni, leader della scuola di Bologna, l’ala più sinistrorsa del panorama ecclesiale italiano, accreditato come consigliere di Bergoglio: “Non credo ci sia un pericolo di scisma: la Chiesa cattolica è unita pur con le differenze che ci sono. Sentire parlare così una persona, che è stata in un importante posto nella Dottrina della Fede, mi sembra che osi sollevare delle minacce nei confronti del Papa”. E chiede silenzio: “Se uno sta con il Papa forse sta più zitto”. Quanto invece alla richiesta del cardinale tedesco di ascolto di tutte le voci, lo storico taglia corto: “La Chiesa non è il mercato del pesce”. Da ricordare che la scuola di Bologna è sempre stata molto critica dei pontefici precedenti, e quanto al silenzio certo non aveva praticato il consiglio espresso oggi…
Vi alleghiamo poi alcuni interventi sui social di padre Antonio Spadaro, il gesuita che la vox populi indica come uno delle ombre che si muovono dietro il rutilante palcoscenico mediatico del Pontefice, e di Andrea Grillo, un teologo laico che si dice molto ascoltato a Santa Marta. Giudicate voi se può essere che qualche coda abbia sentito il calore delle parole di Müller…
Mentre Grillo continuava così:
Commentava un amico del teologo, senza che il teologo stesso obiettasse nulla. Tanto per far capire l’ambiente e le idee che vi circolano:
(fonte: marcotosatti.com)
Il signor Melloni Alberto (autoinvestitosi defensòr papàl) : ““Se uno sta con il Papa forse sta più zitto” e “La Chiesa non è il mercato del pesce”.
Domanda: e perché lui parla?
E sul signor Grillo Andrea (da qualcuno provvidenzialmente soprannominato il grillo ciarlante) no comment, veramente…
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