Forse il miglior sunto mai scritto sulla questione Amoris Laetitia.
Cari pellegrini, capiamo che non tutti hanno il tempo e la possibilità di leggere il documento post-sinodale Amoris Laetitia né la cosiddetta Correzione filiale che è stata resa pubblica domenica 24 settembre, ma datata già 16 luglio di quest’anno.
Allora vogliamo offrirvi una brevissima sintesi della questione. Ovviamente essendo una sintesi tende a semplificare molto; ci limiteremmo a centrare la sostanza del problema.
Il documento Amoris Laetitia ha un passaggio che apre alla possibilità di ricevere l’Eucaristia da parte di cosiddetti “divorziati risposati” che decidessero di continuare a convivere come marito e moglie e non in stato di continenza completa, come come indicato dalla Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II per quelle unioni che dovessero formalmente rimanere tali per la crescita dei figli.
Cari pellegrini, questo scenario apre a due possibilità da cui non si scappa. Due scenari in cui viene lesa la Legge Divina.
O il matrimonio che ha subito il divorzio non si deve più ritenere indissolubile.
Oppure l’Eucaristia può essere ricevuta anche in stato di peccato.
Ma la Legge divina implica tanto l’indissolubilità del matrimonio quanto la necessità di ricevere l’Eucaristia in stato di grazia.
Dunque, tanto in un caso quanto nell’altro c’è un’evidente ferita alla Legge Divina, legge che non è nelle disponibilità di chiunque, nemmeno del Papa.
Ovviamente Amoris Laetitia poggia su un assunto della teologia morale sofisticato ma vero. A dimostrazione che i pericoli sono spesso nei dettagli più indiscussi e indiscutibili.
Amoris Laetitia è pervasa dal richiamo alla differenza tra stato oggettivo e stato soggettivo di peccato, affermando che non a tutte le situazioni oggettive di peccato corrisponde uno stato soggettivo di colpa. Il che è verissimo. Ma quando? Per i singoli peccati, non per gli stati di peccato. Vediamo perché.
Volendo ipotizzare che Mario e Teresa (divorziati risposati) abbiano iniziato la loro relazione senza piena consapevolezza della gravità e che da questa sono nati dei figli che esigono vicinanza ed educazione, una volta che Mario e Teresa decidessero di avvicinarsi alla Fede devono o non devono essere adeguatamente informati? E quando saranno informati sugli impegni della vita cristiana, come potranno più avvalersi di tale inconsapevolezza?
Qui Amoris laetitia si fa in un certo senso ancora più problematico, appellandosi all’impossibilità di vivere in continenza, pena il non alimentare l’amore tra i conviventi. Ma di quale amore si parla? Dio può dunque volere atti intrinsecamente negativi (unione coniugale quando non c’è il matrimonio) per fini terzi?
Cari pellegrini, la logica è logica. Se poi ci dicono che in questi casi la logica non servirebbe perché ingabbierebbe, allora lo dicano chiaramente e sarà un libera tutti! … come al nascondino.
Chi non vuole più essere cattolico ha la libertà (naturale e non morale!) di farlo, ma è nel nostro diritto rivendicare la libertà di continuare ad essere cattolici.
Abbiamo i nostri limiti, siamo peccatori più degli altri, ma non vogliamo rompere la comunione con 2000 anni di storia della Chiesa! (CG)
(fonte: itresentieri.it)
Un pensiero riguardo “Per chi ha poco tempo, in mezza pagina vi spieghiamo la questione dell’Amoris Laetitia”