E continuavano a chiamarlo Vatican Sniper

Ci sono voluti un po’ di giorni per riordinare le idee dopo la pubblicazione dell’intervista sul mensile Il Timone. Ma ora la decisione è presa, la parola d’ordine è lanciata: eliminare il cardinale Müller. Il segnale è un articolo su Vatican Insider, che in sostanza invita il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede a dimettersi.

di Riccardo Cascioli (11-02-2017)

Ci sono voluti un po’ di giorni per riordinare le idee dopo la pubblicazione dell’intervista sul mensile Il Timone. Ma ora la decisione è presa, la parola d’ordine è lanciata: eliminare il cardinale Müller. Le sue parole a difesa della dottrina – lui che è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – evidentemente hanno dato molto fastidio, sono state giudicate non in linea con le intenzioni del Papa. Nell’intervista, Müller ricorda che l’Amoris Laetitia non può essere interpretata in discontinuità con il Magistero precedente, per cui niente comunione ai divorziati risposati; e che nel processo ecumenico bisogna ricordare che Lutero ha intaccato il contenuto della Rivelazione.

img-_innerart-_vatican-sniperDue altolà lanciati sia ai vescovi sia a Papa Francesco, che certamente hanno indispettito: e il super-cecchino, Vatican Sniper, è entrato in azione. Ieri un lungo articolo per ripercorrere, negli ultimi 50 anni, la storia dei disaccordi tra Papi e più stretti collaboratori, il segretario di Stato o il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Scopriamo quindi che divergenze su alcune scelte ci sono sempre state ma si risolvevano in privato, anche con la disponibilità dei collaboratori a dimettersi se il Papa non sentiva ragioni. Oggi invece, lamenta Vatican Sniper, questi cardinali parlano attraverso i giornali. L’invito è chiaro: il cardinale Müller si dimetta. Qualcuno obietterà: in nessuna parte dell’articolo si nomina il cardinale Müller. È vero, ma questo è il classico stile clericale: quando si deve eliminare qualcuno non lo si affronta direttamente, gli si fa sentire un’atmosfera ostile che gli cresce intorno, si fanno allusioni, si insinua, si mandano messaggi obliqui. Inoltre, facendo così si fa capire che non è un problema personale, la stessa sorte può toccare a chiunque altro si metta sulla stessa strada. Oggi tocca a Müller, ma il messaggio deve arrivare anche ad altri nomi noti.

Intanto però, siccome il segnale è stato dato, è già iniziato il tiro incrociato: Alberto Melloni su la Repubblica aveva già precorso i tempi e qualche giorno fa aveva detto che solo per la metà di quello che ha fatto e detto, al cardinale Müller un Pio XI avrebbe tolto la berretta cardinalizia. Su Panorama.it, in un articolo di Orazio La Rocca dedicato al librettino in uscita del cardinale Coccopalmerio che giustifica la comunione ai divorziati risposati, non manca il pensierino per Müller: «Gesto di palese scortesia verso il Papa» è rendere pubblici i dubia, e stessa scortesia è servirsi delle interviste: «Come, ad esempio, ha fatto nei giorni scorsi il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, che a un giornale ha apertamente criticato l’ammissione ai sacramenti di conviventi e divorziati risposati perché, ha ammonito, la Dottrina “non si tocca”». Curioso: oggi difendere la dottrina è diventato un capo d’accusa

E chissà cosa ci aspetterà nei prossimi giorni. Sicuramente i toni si stanno facendo sempre più violenti, e lo può testimoniare il cardinale Raymond L. Burke: dopo essere stato esautorato alla guida spirituale dei Cavalieri di Malta, dopo aver subito attacchi ripetuti dai soliti “Guardiani della Rivoluzione”, ieri 10 febbraio è stato l’obiettivo di un violentissimo articolo del Washington Post che chiede – con una certa presunzione e arroganza, si deve dire – che il Papa lo cacci da Roma dove potrebbe ostacolare il cammino di riforma che Francesco sta portando avanti con successo. L’autrice dell’articolo, Emma-Kate Symons, è notoriamente lontana da posizioni cattoliche – davvero curioso che a preoccuparsi così tanto del cammino di riforma della Chiesa siano quelli che la odiano – ma pare che sia terrorizzata per una eventuale alleanza tra Burke e l’amministrazione Trump, che (non si capisce bene in che modo) potrebbe agevolare l’ascesa del fascismo in Europa.

È un tipico delirio da anni ’70, ma la violenza delle parole (anche in Italia) induce a non sottovalutare il fenomeno.

(fonte: lanuovabq.it)

Un pensiero riguardo “E continuavano a chiamarlo Vatican Sniper

  1. E’ ovvio che papa Francesco, è stata ripristinata la Santa Inquisizione, la quale c’è ma non si vede e non si dice (titpico stile bergogliano); nel passato essa aveva lo scopo di indagare gli apostati e gli eretici a tutela della Dottrina, mentre oggi l’Inquisizione di Bergoglio fa esattamente il contrario: partendo dall’apostasia, essa perseguita i cattolici fedeli alla Dottrina con lo scopo di zittire i primi e annullare la seconda. Ditemi voi se non siamo nell’epoca dell’Anticristo.! E non mi si venga ad obiettare che Bergoglio lo fa per una pastorale vicina alla gente…e tutti gli altri pastori? e chi ha guidato la chiesa fino ad oggi? sono tutti dei cretini? La gente va istruita ed educata, non confusa e disorientata e questo è il primo passo per una pastorale seria ed autentica che ha a cuore il vero bene delle persone. La furbizia e la malizia, tipicamente gesuite e biblicamente parlando, non sono mai caratteristiche riferite a Dio, se mai a colui che è contrario a Dio, cioè al Diavolo, che è il Tentatore, il Seduttore, il Bugiardo per eccellenza: prendere il male e travestirlo da bene è un atto diabolico e forse è proprio vero che, con Bergoglio, il fumo di Satana è entrato nella Chiesa….

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