«L’Amoris Laetitia? Testo confuso, necessari chiarimenti. Legittimi i Dubia», lo sostiene in quest’intervista a La Fede Quotidiana il teologo padre Tarcisio Stramare.
di Bruno Volpe (26-12-2016)
«L’Amoris Laetitia? Testo confuso, necessari chiarimenti. Legittimi i Dubia». Lo sostiene in questa intervista a La Fede Quotidiana il padre Tarcisio Stramare, teologo, oblato giuseppino.
Padre Stramare, l’Amoris Laetitia suscita pareri contrastanti sul capitolo 8. Qual è la sua idea?
«Effettivamente si presta ad interpretazioni divergenti e diverse, lontane da qual sano criterio della Chiesa secondo il quale i documenti devono essere ispirati alla logica del sì-sì o no-no».
Quale la causa?
«Penso che sia un documento certamente ispirato a buone intenzioni, ma frutto di sintesi e di compromesso e come tale ha una certa ambiguità di fondo che si presta ad interpretazioni e prassi diverse. Penso che i reali problemi siano sia per i confessori che per gli stessi penitenti».
Perché?
«Detto che l’Amoris Laetitia è frutto di un compromesso dovuto ad un sinodo non unanime, sostengo che i confessori non sempre sanno come regolarsi. In quanto ai penitenti possiamo trovare, anzi è successo, che casi uguali siano trattati in modo differente da luogo a luogo, a seconda della rigidità o meno del confessore. La confusione derivante dall’Amoris Laetitia è forse figlia di un modo di fare che predilige la pastorale alla dottrina e alle norme del diritto canonico».
Quattro cardinali hanno avanzato cinque Dubia…
«Non vedo alcun motivo di scandalo o di indignazione ed è lecito chiedere chiarimenti su aspetti dottrinali e penso che sia bene rispondere. Ritengo che il Papa lo farà. È necessario un chiarimento interpretativo. Il problema esiste, inutile far finta di no».
Esiste confusione nella Chiesa oggi?
«Questo Papa, che io apprezzo, guarda alla persone più che al diritto o alla dottrina. Io ritengo che esista una certa confusione dottrinale in questo momento storico e possiamo parlare di una situazione insidiosa».
Papa Francesco ha voluto un Sinodo sulla misericordia, categoria che da sempre è al centro del suo Magistero…
«Fa sicuramente bene a rimarcare il valore della misericordia, ma trovo che al momento vi sia in tanti esponenti un eccesso di misericordismo. La Chiesa è madre, ma non dimentichiamo che assieme alla madre è bene far capire il ruolo del padre. Accanto al perdono materno bisogna associare la giustizia paterna, far comprendere la gravità del peccato e la necessità di ripararvi. A volte del peccato si parla poco e bisognerebbe richiamarlo maggiormente. Con questo sistema rischiamo di rovinare tutto facendo intendere che alla fine si aggiusta tutto. Manca quel tradizionale et-et cattolico».
Un “telegramma” sull’Amoris Letitia?
«La reputo figlia un lodevole afflato pastorale, ma pericolosa ed insidiosa nella prassi. È opportuno dare dei chiarimenti».
(fonte: lafedequotidiana.it)
il padre Stramare, da religioso, deve essere diplomatico. Io, da laico, sono oggettivamente più libero, e quindi dico – sia pur con dispiacere – che dissento da Stramare quando afferma che che Francesco “guarda più alle persone che alla dottrina”. Secondo me Francesco le persone non riesce a vederle proprio, perché è accecato dall’ideologia situazionista-modernista che ha scelto convintamente di abbracciare. A me, quelli per cui mi dispiace di più sono i nostri fratelli divorziati risposati, che Francesco, con i suoi errori perniciosi che sono ormai sotto gli occhi di chiunque voglia vedere
http://www.corrispondenzaromana.it/lesortazione-apostolica-amoris-laetitia-una-critica-teologica/
mette ancor di più su una strada pericolosissima. Comunque, questa pericolosa storia infinita sta durando fin troppo, sta marcendo. Mi auguro che, a anno nuovo dopo Epifania, si possa chiarire definitivamente.
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