Piccolo florilegio di dichiarazioni post-elettorali dal mondo cattolico USA

Può essere interessante leggere, nella nostra veloce traduzione, un florilegio di alcune reazioni post elettorali da parte del mondo cattolico in USA, selezionate principalmente da qui. E con questo, per il momento, chiudiamo l’argomento sull’evento che ha suscitato tanto scalpore e aspettative, in attesa di segnali più concreti. (MIC)

kurtzL’arcivescovo Joseph E. Kurtz di Louisville, Kentucky, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (nella foto), in una dichiarazione post-elettorale del 9 novembre, ha delineato un programma ambizioso, nel quale si congratula con Trump, subito dopo che il Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha offerto congratulazioni e preghiere per il nuovo presidente eletto. Egli ha detto: “La Conferenza episcopale auspica di lavorare con il Presidente eletto Trump per proteggere la vita umana dal suo inizio più vulnerabile sino alla sua fine naturale. Noi sosteniamo le politiche che offrono opportunità a tutte le persone, di tutte le fedi, in tutti i ceti sociali. Noi siamo fermi nella nostra determinazione che i nostri fratelli e sorelle che sono i migranti e i rifugiati possono essere umanamente accolti, ferma restando la massima attenzione per la sicurezza della Nazione. Desideriamo richiamare l’attenzione sulla persecuzione violenta che minaccia i nostri fratelli cristiani e persone di altre fedi in tutto il mondo, in particolare nel Medio Oriente e chiediamo l’impegno della nuova amministrazione alla libertà religiosa nazionale, garantendo alle persone di fede cristiana la libertà di annunciare e modellare la nostra vita intorno alla verità dell’uomo e della donna ed al loro legame unico del matrimonio che essi possono formare”.  L’Arcivescovo Kurtz, riferendosi alla necessità di colmare le divisioni create nel paese da una elezione così contrastata, ha aggiunto: “Ora è il momento di affrontare la responsabilità di governare per il bene comune di tutti i cittadini. Credo che Dio ci darà la forza di guarire e di unire”.

Il cardinale Sean P. O’Malley di Boston ha twittato: “Congratulazioni al presidente eletto Donald Trump. Che durante la sua Presidenza Dio gli conceda buona salute, saggezza e coraggio”.

In una dichiarazione del 9 novembre il vescovo Michael F. Burbidge di Raleigh, North Carolina, ha detto: “È il momento di ricordare che la forza della nostra Repubblica sta nella nostra unità come cittadini e membri della Sacra Famiglia di Dio”. “Tali relazioni sono il fondamento della nostra società ed è nostro sacro dovere promuoverle in modo che nulla ci divida. Quando viviamo in questa armonia, si instaurerà un vero dialogo e il confronto si verificherà in maniera civile e rispettosa”.

Il cardinale designato Blase J. Cupich di Chicago [con atteggiamento bifronte, centrato sul sociale] ha promesso preghiere per gli eletti e per coloro che ricoprono posizioni contrapposte. “Siamo tutti custodi degli ideali americani di giustizia per tutti, uguaglianza fraternità e pace tra le nazioni. Non dobbiamo mai stancarci di vivere la nostra tradizione di servizio dei bisognosi, a chi è ai margini della società”.

Il 9 novembre, il vescovo David A. Zubik di Pittsburgh ha rilasciato una breve dichiarazione: “Come americano e come vescovo cattolico, al Presidente eletto Donald Trump voglio assicurare le mie preghiere e quelle di tutti i cattolici fedeli nella diocesi di Pittsburgh, ora che si prepara a guidare il nostro paese, per proteggere e difendere la vita umana, la dignità, la giustizia, la pace, la libertà religiosa e il bene comune”.

Jeanne Mancini, presidente della Marcia per la vita ha dichiarato: “Siamo lieti che i risultati delle elezioni di questa sera riflettono il consenso dell’America pro-life alla Camera, al Senato e alla Presidenza. Plaudiamo i candidati che hanno preso una posizione sulla questione più critica dei diritti umani di oggi, l’aborto”. Ed ha aggiunto: “Ci congratuliamo con il Presidente eletto Trump per la sua vittoria molto combattuta, ed anche col vice presidente eletto Pence, tra i nostri amici al Congresso”. “Non vediamo l’ora di lavorare insieme al presidente eletto, che promette di garantire alla Corte Suprema Giudici pro-vita, politiche pro-vita, tagliando i fondi alla catena di cliniche abortiste in USA, Planned Parenthood”.

Philippe Nassif, direttore esecutivo di In difesa dei cristiani ha detto in una dichiarazione del 9 novembre, esortando Trump a “dare priorità alla protezione delle antiche comunità di minoranze etniche e religiose del Medio Oriente, in una regione in cui queste comunità possano coesistere e prosperare pacificamente nelle loro terre d’origine”. “I valori cristiani della tolleranza e della convivenza, e i progressi che queste comunità hanno portato nella loro società per tanti secoli, sono essenziali per Medio Oriente stabile e sicuro; il che è nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del mondo”.

In un comunicato del 9 novembre Kristan Hawkins, presidente di Studenti per la Vita d’America ha detto: “Donald Trump ha fatto molte promesse agli enti pro-life nel corso della sua campagna, e la generazione pro-life si adopererà perché egli mantenga queste promesse come presidente”. “L’aborto aveva molto peso in questa elezione. La linea di principio è questa: i risultati delle elezioni di oggi ci danno lo slancio per realizzare la nostra missione di abolire l’aborto nel corso della nostra vita”.

Per ricordare al presidente eletto Trump la sua agenda antiaborto, è già in corso una petizione, per gentile concessione di LifeSiteNews.com, che sottolinea l’urgenza di firmare l’Atto di Protezione del Bambino Non Nato e di ri-emanare il Mexico City Policy che vieta il finanziamento dell’aborto all’estero da parte degli USA.

Esperti politici in tutta l’America scuotono il capo, lanciano invettive e si chiedono che cosa sia accaduto oggi; i fedeli cristiani possono solo chinare la testa in atto di profondo ringraziamento e gratitudine a Dio che è intervenuto potentemente in loro aiuto.

Padre Frank Pavone, direttore nazionale di Priests for life ha detto: “Oggi è un grande giorno per l’America e per la Chiesa, dobbiamo gratitudine a tutti coloro che hanno parlato, hanno lavorato con coraggio e hanno votato per i candidati pro-vita, a cominciare dal nostro neo-eletto presidente Donald Trump”. “La nostra nazione ora può intraprendere un percorso per eliminare l’aborto e promuovere la libertà della Chiesa. Saremo in grado di far avanzare un simile ordine del giorno, visto che ora sia nella Camera dei Rappresentanti sia al Senato esistono maggioranze pro-vita”.

Ricordiamo che l’Associazione Sacerdoti per la Vita lavora incessantemente per arginare l’aborto e ripristinare la protezione per i bimbi nel grembo materno. Per questo, i Sacerdoti per la Vita hanno fatto fronte a molta opposizione e ostilità da parte dell’amministrazione Obama. La conferenza episcopale americana si batte fortemente ormai da anni contro una legge che va nella direzione della discriminazione dei cristiani e della marginalizzazione dell’esperienza religiosa dalla vita pubblica.

Anche oggi Trump ha ribadito che uno dei suoi obiettivi è abolire l’Obamacare, la riforma sanitaria che doveva essere “il massimo della civiltà” e invece è stata un vero disastro, con aumento di tasse da capogiro e attentati alla libertà religiosa dei cristiani…(Obamacare: nei piani assicurativi, obbligatori per legge, Obama ha stabilito che tutti i datori di lavoro devono pagare farmaci abortivi ai loro dipendenti; chi si oppone per obiezione di coscienza, è obbligato a pagare una multa tanto esosa da far chiudere qualunque attività…)

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]


Carissimi amici,

vi ricordiamo la nostra raccolta fondi per aiutare una famiglia in grave difficoltà economica (cliccare qui). Grazie a tutti.

2 pensieri riguardo “Piccolo florilegio di dichiarazioni post-elettorali dal mondo cattolico USA

  1. La motivazione principale che ha permesso Trump di essere eletto è l’abolizione dell’aborto.Dovevamo quindi aspettarci le congratulazioni dei prelati per la sua elezione.Ora dobbiamo vedere se il nuovo presidente manterrà la sua promessa.

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