Il terrore di matrice islamica è tornato a colpire sul lungomare di Nizza, il 14 Luglio. Una data simbolica per i francesi, in cui ricordano la presa della Bastiglia e l’inizio di quella che è passata alla storia come la Rivoluzione Francese. Sono quei valori di libertà, uguaglianza e fraternità, intesi in senso assoluto e senza compromessi, che hanno portato l’Europa a diventare quella che è: un continente senza identità, in cui la laicità si è trasformata in ateismo. Non possiamo continuare a combattere il terrorismo con belle parole di circostanza. Un processo che non può non passare dalla riscoperta del Cristianesimo.
di Marco Muscillo (16-07-2016)
Non ci siamo ancora ripresi dall’attentato a Dacca, una settimana fa, dove sono morti anche dieci nostri connazionali, che il terrore ha colpito ancora, stavolta nel cuore dell’Europa, in quella Francia che già per ben due volte aveva dato il proprio contributo in termini di sangue, con le stragi di Charlie Hebdo e del Bataclan.

Il terrore di matrice islamica fondamentalista è tornato a colpire sul lungomare di Nizza, a due passi da Ventimiglia, e in piena estate, il 14 Luglio. Una data simbolica per i francesi, in cui ricordano la presa della Bastiglia e l’inizio di quella che è passata alla storia come la Rivoluzione Francese.
Leggendo i vari articoli che incominciano a girare per la rete e per i vari canali d’informazione, possiamo riscontrare due tendenze di opinione: chi da la colpa all’Islam in quanto tale, perché a loro parere, religione di odio e di inciviltà e chi invece, difendendo a spada tratta i principi di laicità, riconosce la matrice fondamentalista degli attentati, ma non riesce a dargli una connotazione religiosa, o comunque non riesce a riconoscere che, all’interno della religione islamica, c’è una corrente di pensiero integralista che sta prendendo piede, anche grazie ai finanziamenti provenienti da quelle nazioni, come Arabia Saudita e Qatar, che si servono del terrorismo per raggiungere i propri scopi politici in Medioriente e non solo (e che ormai hanno monopolizzato, grazie ai loro Imam, l’insegnamento della tradizione islamica sunnita nelle moschee di tutto il mondo).
Da questo punto di vista, coloro che gridano contro i “bastardi islamici”, arrivano sì, anche se per generalizzazione, a comprendere i problemi in seno al mondo islamico, ma purtroppo non riescono a contrapporgli altro che valori come la “libertà, la democrazia, l’uguaglianza, la laicità”. Il loro atteggiamento “da crociata” è viziato dai valori che nascono dalla Rivoluzione Francese, e non proprio dal Cristianesimo.
Entrambi gli atteggiamenti, sia quello anti-islamico che quello anti-razzista e buonista, sono dunque figli di quella stessa Rivoluzione Francese che i cittadini di Nizza stavano festeggiando. Sono quei valori di libertà, uguaglianza e fraternità, intesi in senso assoluto e senza compromessi, che hanno portato l’Europa a diventare quella che è: un continente senza identità, in cui la laicità si è trasformata in ateismo, dove il rispetto (e quindi il riconoscimento di pari diritti) per le altre culture e religioni è divenuto un mezzo per cancellare le proprie radici cristiane. Allo stesso tempo, tutto ciò porta a un cortocircuito in seno agli stessi principi democratici e laicisti, in quanto il rispetto assoluto per l’altrui cultura porta ad accettare comportamenti che sono in palese contrasto con i diritti fondamentali riconosciuti dalle costituzioni democratiche.
Inoltre, la mancanza di un’identità culturale e religiosa definita porta a commettere quegli errori di politica estera e internazionale, che come molti hanno sottolineato, sono anch’essi alla base dei vari attentati che il mondo occidentale ha subito in questi anni. La Francia stessa, è stata una delle nazioni che più ha utilizzato e fomentato il jihadismo interno per mandare “ribelli” in Siria con l’obiettivo di destabilizzare l’area mediorientale di far cadere il governo legittimo siriano. Tutto ciò è avvenuto nel più totale disinteresse verso la popolazione cristiana di Maaloula e di tutte le altre città in cui la convivenza tra le diverse fedi e cultura durava da secoli, in una piena e autentica laicità, proprio perché le loro identità hanno avuto delle radici solide, che hanno permesso alle differenze di convivere assieme e di prosperare.

Non possiamo continuare a combattere il terrorismo con belle parole di circostanza, con fiaccolate e gessetti colorati, continuando a tenere un atteggiamento ambiguo, appoggiando i terroristi laddove fa comodo e piangere solo i nostri morti. Una guerra ha bisogno innanzitutto di una motivazione: bisogna capire chi difendere e per cosa combattere, e allo stesso tempo saper distinguere i nemici dagli amici. Per questo abbiamo bisogno di capire innanzitutto chi siamo e quali sono le nostre radici. Un processo che non può non passare dalla riscoperta del Cristianesimo.
Abbiamo iniziato questo articolo ricordando la strage di Dacca, avvenuta proprio una settimana fa. Ebbene, una cosa in particolare di quell’attentato ci è rimasta impressa: i terroristi chiamano gli occidentali “crociati”. Quelle persone morte non erano soldati, non erano dei cattolici integralisti, forse la maggior parte di loro neppure credeva nell’esistenza di Dio. Eppure sono morti perché “crociati”, un tempo li avremmo chiamati “martiri”, morti da difensori di una Fede che oltre ad essere religione, è anche storia e quindi fa parte di noi per natura: siamo nati Cristiani e ciò non può essere cambiato.
E chissà se, proprio la Francia, proprio quella nazione che per prima ha rifiutato il Cristianesimo, decapitando chi si professava seguace di Cristo (allo stesso modo di come fa oggi lo Stato Islamico), sarà la prima nazione in Europa a riscoprirsi Cristiana e magari a pregare verso quel Dio dapprima rifiutato, affinché il sangue versato in questi anni possa far nascere un nuovo Giglio bianco, difensore della Francia e di tutta l’Europa.
FONTE: campariedemaistre.com