Chiare fresche e torbide acque

Nel giorno del Protomartire Santo Stefano abbiamo avuto l’opportunità di leggere le parole del Cardinal Oullet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, in un’intervista riguardo la rinuncia di Benedetto XVI e la seguente elezione di Papa Francesco.

Il punto centrale è stato la positività attribuita dal porporato ai due eventi sopra menzionati, in particolar modo per l’apertura di una nuova strada, resa possibile dalla rinuncia, così come la “svolta pastorale” di Papa Francesco: praticamente una “grazia”, secondo l’intervistato.

Certamente non si può parlare di questi accadimenti, significativi per la Chiesa, in modo del tutto oggettivo, anche perché sono immersi in una coltra di fumo quasi impenetrabile e continuamente arricchita dai media e da diverse opinioni contrastanti.

In questi ultimi mesi se ne sono lette, viste e sentite davvero di tutti i colori in merito, da ambienti differenti quando non proprio opposti.

Il Cardinal Ouellet è dell’opinione che siano stati eventi positivi per la Chiesa, e le sue parole, comunque piuttosto moderate, si aggiungono al coro di voci incessanti che cantano le lodi della rinuncia del vecchio e della venuta del nuovo.

Più che polemizzare su queste posizioni, su queste vedute discordi, è opportuno notare che ben pochi si sono accorti, oggettivamente, del fatto che molti cambiamenti sono pura illusione.

I problemi che erano attribuiti alla Chiesa, problemi quasi del tutto illusori, come l’autoreferenzialità, lo sfarzo, il trionfalismo, le attitudini bigotta e retrograda, sono svaniti come un vago e triste ricordo del passato, eliminati dal vento fresco ed inarrestabile portato dal nuovo Pontefice, che ora fa navigare la Chiesa in acque limpide.

I veri problemi della Chiesa, alcuni di essi attribuiti solamente a scopo mediatico e, dunque, fortemente manipolati, come la pedofilia – punta dell’iceberg della deriva disciplinare e morale di sacerdoti e religiosi -, come la corruzione finanziaria, come il minimalismo riduttivo del messaggio di Cristo, come l’iconoclastia convertita in un nuovo barocco orrido-moderno, sono invece ancora lì, nonostante sitaccia la loro permanenza altamente dannosa.

I pochi che li combattono vengono visti come oppositori del “nuovo corso” di Papa Francesco, osteggiatori delle aperture antidiscriminatorie.

E questi pochi sono discriminati proprio da chi pensa di opporsi ad una presunta discriminazione, nel silenzio o nelle pubbliche piazze.

Non ci si capisce più niente a leggere le interviste ed a seguire le cronache mediatiche; per questo è importante rimanere attaccati a ciò che non può fallire: la preghiera e il retto agire, cristianamente dunque fermamente.

I fedeli non hanno bisogno di illudersi come immagini arcadiche di aria fresca e acqua limpida, soprattutto mentre la Chiesa naviga incerta nelle torbide correnti del mondo attuale.

I fedeli hanno bisogno di punti saldi, di una fede indiscutibile, di pastori chiari con se stessi e con il mondo, di combattere i veri problemi della Chiesa e del mondo.

© Exsurge Domine (27/12/2013)

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