[…] Mons. Negri tocca altresì con sottile acume, da uomo di grande cultura qual è, la radice dottrinale dei mali dei quali oggi soffrono la società e la Chiesa: la diffusione di dottrine di radice hegeliana – sappiamo come l’hegelismo è all’origine del nazismo e del comunismo – secondo le quali “l’uomo è Dio”, quindi una falsa, eretica e nefasta interpretazione del mistero dell’Incarnazione, oggi purtroppo di moda in certi ambienti cattolici, per la quale da una parte si confondono tra di loro le due nature di Cristo (umana e divina) ed inoltre la divinità così intesa non è attribuita soltanto a quella individualità benedetta e santa che è l’umanità di Nostro Signore Gesù Cristo, ma è estesa a tutta l’umanità, quindi non si dice più secondo la retta fede “quell’uomo è Dio”, ma ereticamente “l’uomo come tale è Dio”.
L’ateismo (“Dio non esiste, esiste solo l’uomo”) non è cosa diversa dal panteismo (“l’uomo è Dio”), sono le due facce della stessa medaglia. Hanno in comune l’idea che l’uomo si sostituisce a Dio e pretende di agire da Dio.
Infatti, come sanno bene gli storici della filosofia e della teologia, ateismo e panteismo hanno la loro comune radice nell’antropocentrismo rinascimentale e cartesiano, risorgenza dell’antico paganesimo, nonché nel soggettivismo luterano, falsa interpretazione della fede.
L’ateismo è apertamente anticristiano, ma lo è anche il panteismo sotto le apparenze di una falsa spiritualità: quello “Spirito” del quale parlano Hegel e Gentile. Il panteismo, che si veste da cattolicesimo senza esserlo, è l’anima del modernismo, del quale tante volte ho parlato su questo sito.
Non è difficile immaginare le terribili conseguenze di questa empia visione nel campo dell’agire umano: l’individuo non si sente più vincolato da una legge morale oggettiva, trascendente ed universale, ma, ritenendosi appunto Dio o al posto di Dio, si crede autorizzato ad essere egli stesso il principio e il criterio assoluti del proprio pensare e del proprio agire: una superbia satanica, che è alla base di tutti i mali dell’intelligenza e della volontà dei quali oggi soffriamo.
Dobbiamo pertanto esprimere la nostra grande gratitudine al carissimo Mons. Negri per il suo esemplare ed incoraggiante comportamento di Pastore, in perfetta attuazione di quel modello di Vescovo che gli è offerto dal Concilio Vaticano II, liberato dai fraintendimenti che da cinquant’anni lo falsificano e lo rendono ostico a certi spiriti benintenzionati ma non sufficientemente illuminati.
P. Giovanni Cavalcoli
Bologna, 20 aprile 2013