di Antonio Margheriti Mastino, da La cuccia del Mastino (08/09/2012)
Andai a un convegno organizzato da Alleanza Cattolica, vicino San Pietro. Sarà stato il maggio scorso. Venne il bravo vescovo di Piazza Armerina ed Enna, mons. Michele Pennisi (che meriterebbe davvero di diventare arcivescovo di Palermo… visto che ne stanno cercando uno di decente da 20 anni e non ci riescono). Il quale raccontava di un ragazzo che si era diplomato nel diocesano istituto di teologia. Ebbene, appena finiti gli studi, che lo abilitavano all’insegnamento della presunta “religione cattolica”, questo va dal vescovo e così sbotta: “Basta col cristianesimo, mi sono scocciato, voglio provare sensazioni nuove, nuove religioni, altro insomma: voglio diventare buddista”.
Il vescovo Pennisi resta a bocca aperta. Ma non per questa dichiarazione, per quella che segue: “Voglio sbattezzarmi perciò”. E il vescovo allibito dice “e menomale che hai fatto teologia!… e non sai manco che non solo non esiste lo sbattezzamento ma che il battesimo è un marchio incancellabile”. Quattro anni di teologia per non sapere neanche le cose basilari, sul battesimo, il primissimo dei sacramenti, che si riferisce al primissimo dei peccati, l’Originale, incancellabile come il battesimo. Questo per dirvi del degrado, teologico, culturale e purtroppo anche morale dei seminari e degli istituti teologici siciliani, che ormai sono una sentina di imposture, come la media dei suoi episcopati, del resto. Che cazzarola combinano questi negli istituti teologici tutto il giorno?… si fanno le pippe sotto il banco?! Se ignorano queste cose basilari dopo quattro anni teologia, proprio sì, si fanno le pippe, studenti e docenti.
Aggiunse il vescovo Pennisi: “Domandai a questo ragazzo confuso nonostante l’apparente sicumera: ma poi te cosa conosci veramente del cristianesimo? Lo hai davvero vissuto? Pregavi? Prendevi i sacramenti? Andavi a messa?”.
No, naturalmente, e quando ci andava era per suonare la chitarra in compagnia e sventolare la bandiera arcobaleno.
Concluse il vescovo, rivolgendosi al ragazzo:“Senti qui, ragazzo, se veramente vuoi essere una persona seria, certo, fatti buddista se vuoi, ma almeno abbi il coraggio e la decenza di farlo seriamente, radicalmente: devi farti bonzo!”.
Molti scambiano l’appartenere a una religione con lo sfogliare l’enciclopedia delle religioni.