Naturalmente, nessuno (o quasi) teorizza in modo esplicito la melassa «centrista» e neppure la «politica dei due forni». Gli strali sono tutti scagliati contro il «bipolarismo muscolare» che è fallito. Sul fallimento ci sarebbe molto da dire, e forse sarebbe più giusto parlare di sabotaggio, se non di auto-demolizione. M’interessa di più, però, la struttura della formula. Essa appartiene a quel genere di locuzioni in cui l’aggettivo – superfluo e malizioso – si «mangia» il sostantivo: come muscolare serve ad annientare bipolarismo, così, ad esempio, «democratico» (o «adulto») dissolve «cattolico», «sociale» corrode «mercato», etc. C’è dunque il trucco, e perciò l’argomento non vale. (…) Infine, sottolineo che più del «nome» cattolico rileva il contenuto cattolico. Ed allora, dopo episodi come quello del tentativo di salvare la vita alla povera Eluana Englaro con un decreto approvato all’unanimità dal consiglio dei ministri presieduto dall’on. Berlusconi, cui si opposero in un rinnovato patto Molotov-von Ribbentrop i presidenti Napolitano e Fini, mi viene in mente un’altra parola di Gesù. «Chi non è contro di noi, è per noi» (Mc. 9, 40). Egli si riferiva a chi, pur non facendo parte del Suo seguito, cacciava gli stessi demoni che cacciava Lui. Forse, tra costoro, va annoverato al tempo nostro anche chi, pur non facendo parte della Comunità di sant’Egidio, s’adopera, magari in modo muscolare, senza tiepidezza ma con caloroso fattivo impegno, a combattere i demoni dell’aborto, dell’eutanasia, dell’eugenetica prenatale, del «matrimonio» omosessuale, ed altre amenità del genere sulle quali da sempre, invece, i cattolici con l’aggettivo negoziano.
Cristo e il suo Vicario lo insegnano ai cattolici: o si sta da una parte o dall’altra